
I primi ministri di Svezia e Finlandia, Magdalena Andersson e Sanna Marin
Svezia e Finlandia rompono gli indugi e si candidano e entrare nella Nato. “C’è un prima e dopo il 24 febbraio”, ha dichiarato la premier svedese Magdalena Andersson. “Vogliamo evitare quel che è successo in Ucraina”, le ha fatto eco la collega finlandese Sanna Marin. E l’Alleanza atlantica si è detta pronta ad accogliere subito sia Stoccolma che Helsinki.
Alla luce dell’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, i due Paesi del Nord Europa abbandonano dunque la tradizionale neutralità militare, per quanto politicamente da sempre integrati nel blocco occidentale (fanno entrambi parte dell’Unione europea, anche se la Svezia, ad esempio, non aderisce all’euro). Un’accelerazione dettata dall’esigenza di protezione in un mondo improvvisamente tornato insicuro anche nella Vecchia Europa, per cui l’“ombrello protettivo della Nato” di berlingueriana memoria torna improvvisamente d’attualità. D’altra parte i motivi d’allarme non mancano.
Qui Svezia
Fin dai primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina, la Svezia ha preso in seria considerazione l’eventualità di un conflitto sul proprio territorio. Agli inizi di marzo si è assistito a una corsa da parte della popolazione all’accaparramento di generi alimentari, con gli scaffali dei supermercati rimasti vuoti; ma soprattutto sono state organizzate a Stoccolma esercitazioni antiaereo, con le sirene a risuonare nella capitale per abituare la popolazione ai diversi tipi di allarme. D’altronde, come è emerso un paio di settimane fa, sempre ai primi di marzo caccia militari russi avevano sorvolato lo spazio aereo svedese armati di missili nucleari: un chiaro messaggio da parte di Mosca che ha così voluto mostrare i muscoli al Paese scandinavo.
Qui Finlandia
Ancora più delicata la situazione della Finlandia, che con la Russia condivide un vasto confine lungo 1.340 chilometri. Nell’età moderna un conflitto diretto fra i due Paesi c’è già stato, nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, quando – va ricordato – la Finlandia era alleata della Germania nazista e l’Unione Sovietica combatteva dalla stessa parte degli Alleati. Negli scorsi giorni Helsinki ha annunciato che entro il 2026 il budget per la difesa sarà aumentato addirittura del 40%, per un incremento delle spese militari a oltre 7 miliardi annui. Due miliardi in più saranno stanziati subito nel bilancio 2022 già approvato. Negli scorsi giorni il governo finlandese ha fatto sapere che “a breve” prenderà una decisione sull’ingresso nella Nato e, anche in questo caso, la Russia non ha fatto mancare il suo messaggio: mezzi militari sono stati subito inviati al confine.
Qui Russia
Il grande interrogativo, d’altra parte, è proprio quale sarà la reazione di Mosca a questa rapida, doppia adesione alla Nato che Vladimir Putin non considera più un’alleanza difensiva ma una coalizione ostile a ridosso dei confini russi. Come hanno osservato diversi analisti, la possibile adesione alla Nato da parte di Kiev è uno dei motivi principali alla base della guerra in corso. E una Ucraina neutrale, senza armi Nato sul suo territorio, è uno dei punti imprescindibili presentati da Mosca ai negoziati. L’opzione militare contro l’Ucraina, al netto della tragedia umanitaria e della devastazione che una guerra porta sempre con sé, è comunque qualcosa che rientra nella galassia ex Urss. Muovere l’esercito contro Finlandia e Svezia rappresenterebbe qualcosa di molto diverso. Probabilmente la Terza Guerra Mondiale. Putin si spingerà a tanto?
Qui Nato
Dal canto suo la Nato si è detta pronta ad accogliere subito Svezia e Finlandia, già partner molto stretti dell’alleanza di cui rispettano pienamente gli standard. “Se decidono di chiedere l’adesione, mi aspetto che tutti gli alleato le accolgano”, ha dichiarato il segretario generale Jens Stoltenberg. Nessun dubbio e anzi iter accelerato per rinforzare il fronte Nord, dove tra l’altro la Nato ha recentemente svolto una maxi-esercitazione, in Norvegia, che ha coinvolto 30mila soldati, 200 aerei e 50 navi provenienti da 27 Paesi. E alla quale hanno preso parte anche Svezia e Finlandia.