Dieci ettari di bambù gigante nella città a fianco, a poca distanza dalla fabbrica, per compensare le emissioni di anidride carbonica immesse nell’aria con le lavorazioni dello stabilimento. Un ulteriore tassello nel percorso che, negli intenti della proprietà, dovrà portare l’azienda a tagliare del 70% la produzione di CO2 entro il 2030 e ad azzerarla, facendo diventare la ditta “carbon neutral“, entro il 2035. La Oeb Brugola si fa ancora più green e per incidere sul suo impatto ambientale punta nuovamente sul bambù: la storica impresa lissonese, leader mondiale nel settore delle viti a testa cava per motori, ha appena completato la piantumazione di un bambuseto su un terreno di 10 ettari, di proprietà dell’azienda, a Muggiò, comune confinante con Lissone, dove le Officine Egidio Brugola hanno la loro sede storica. La nuova foresta di bambù aiuterà "a ridurre le polveri sottili - spiegano dalla Oeb - e allo stesso tempo aumenta significativamente la concentrazione di ossigeno del 30%, grazie al metodo di gestione agroforestale biologico e simbiotico di Forever Bambù", il partner scelto da tempo dalla Brugola per questo tipo di attività. L’iniziativa, sottolineano dall’impresa, rappresenta "un primato italiano in termini di estensione e impatto ambientale, promosso direttamente da un’azienda con asset propri". Per la ditta si tratta ormai di una scelta consolidata: dal 2022 Brugola sta supportando ogni anno 2 ettari di coltivazione biologica nei bambuseti di Trezzo sull’Adda, Torre Pallavicina nella Bergamasca e Ripapersico in provincia di Ferrara, sempre per aumentare la propria sostenibilità. Il progetto proseguirà con l’acquisto, entro l’anno, del sesto ettaro di foresta di bambù gigante. "L’iniziativa - evidenziano - garantisce una mitigazione certificata della carbon footprint (ossia l’impronta di carbonio, cioè le emissioni di CO2, ndr) di 1.560 tonnellate di CO2 all’anno fino al 2044".
"Il progetto di Forever Bambù mi ha attratto da subito - racconta il presidente dei Oeb, Jody Brugola -: il bambù ha una capacità di assorbimento dell’anidride carbonica 36 volte maggiore rispetto ad altre piantagioni e, in aggiunta, può essere utilizzato come materia prima". "Con i 6 ettari di ipercelle e 10 ettari del bambuseto potremo compensare annualmente oltre 4mila tonnellate di CO2 - continua -, muovendoci così verso il nostro obiettivo di carbon neutrality entro il 2035. L’impegno dell’azienda sui temi ambientali si rispecchia anche nella stesura del nostro primo bilancio di sostenibilità, che pubblicheremo nel 2025". Proseguono anche le attività per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica attraverso l’ottimizzazione e la maggior efficienza del ciclo produttivo degli stabilimenti.
Fabio Luongo