REDAZIONE MONZA BRIANZA

"A Silvana confido ciò che non dico neanche a mio marito"

Il servizio di Telefono Amico di Auser Monza e Brianza offre supporto emotivo a persone come Maria e Giuseppe, affrontando insieme le sfide legate alla salute e alla solitudine. Le telefonate settimanali diventano un momento di conforto e condivisione per affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione.

Il servizio di Telefono Amico di Auser Monza e Brianza offre supporto emotivo a persone come Maria e Giuseppe, affrontando insieme le sfide legate alla salute e alla solitudine. Le telefonate settimanali diventano un momento di conforto e condivisione per affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione.

Il servizio di Telefono Amico di Auser Monza e Brianza offre supporto emotivo a persone come Maria e Giuseppe, affrontando insieme le sfide legate alla salute e alla solitudine. Le telefonate settimanali diventano un momento di conforto e condivisione per affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione.

L’universo di persone che compone il panorama di Telefono amico di Auser Monza e Brianza è puntellato di storie che non hanno nulla di scontato.

Maria, ottantenne di Nova Milanese, vive la chiamata che riceve ogni settimana dalla volontaria Silvana "come un momento in cui scaricare la tensione". "Lei tira fuori il peggio di me – spiega meglio –, quello che non voglio dire nemmeno a mia marito, lei riesce a farmelo dire. Ha la voce di una mamma di famiglia, si sente che è una persona che lo fa con il cuore. E lei ha la stessa opinione di me". Da sfogare Maria ha molto, la sua condizione di salute non le permette né di guidare né di camminare in autonomia e liberamente.

Ha dovuto abbandonare anche la passione del cucito. A 58 anni ha avuto un aneurisma cerebrale che col tempo le ha procurato una forma di epilessia, che ha avuto un aggravamento a marzo 2020, in pieno periodo Covid. "Fu bruttissimo essere ricoverata allora – ricorda ancora con terrore –, passai 12 giornicompletamente sola, senza poter vedere e parlare con nessuno". Poi di nuove le cure, ma mai nessuna che abbia dato una svolta. La sua grinta però non è mai venuta meno. Da operaia della Pirelli ha tirato su due figli, che poi le hanno regalato tre nipoti. Una delle tre l’ha cresciuta lei con il marito. "Ora studia medicina con brillanti risultati – dice –. È nata qualche mese dopo il mio aneurisma cerebrale. Grazie a lei ho ricominciato a vivere". I sacrifici fatti insieme al marito, anche lui dipendente della Pirelli però con una carriera nel settore ricerca, hanno portato frutti che ancora oggi le permettono di sopportare il dolore che le deriva dallo stato di salute, rispetto cui anche Auser dà la sua importante mano.

"Delle volte quando mi sento particolarmente in crisi, faccio uno squillo a Silvana, che di solito entro mezz’ora mi richiama – confessa con un po’ di emozione –. Il fatto di avere qualcuno da chiamare mi dà grande conforto".

Per Giuseppe invece, settantottenne di Muggiò, la telefonata con la volontaria di Auser è quasi un resoconto settimanale. "Alla signora Cinzia confido ciò che faccio e racconto tutti i miei problemi – racconta –. Ci sentiamo con puntualità tutti i venerdì tra le 16.30 e le 17, per chiamate in media dai 15 ai 20 minuti, in cui le spiego come è andata la settimana, cosa ho fatto, parlando del più e del meno. Delle volte mi sfogo, ad esempio per appuntamenti medici che è impossibile prendere per tempistiche lunghissime".

Anche Giuseppe ha problemi di salute importanti per cui ha difficoltà deambulatorie e deve fare intensi cicli di fisioterapia. Grazie al deambulatore riesce però a spostarsi e a frequentare il centro anziani di Muggiò, dove ha tanti amici che lo aspettano, con cui gioca a burraco.

A dargli una grossa mano è il figlio quarantaduenne, che usufruisce della 104. Ma è soprattutto la sua forza d’animo a tenerlo sempre attivo. "Da tre anni mi hanno diagnosticato un brutto male ai polmoni, ma mi sto curando e non dispero – rivela –. Ne parlo anche con la signora Cinzia al telefono, che mi incoraggia. Poi da quando ho 23 anni soffro di sclerosi multipla. La malattia però non mi ha impedito di vivere". "Avendo la fortuna di aver lavorato in una multinazionale – continua –, sono passato dal fare il saldatore all’amministrativo, e ho lavorato fino a regolare pensionamento. Ora ci sono giorni che sto male, ho vertigini forti e devo stare sdraiato senza potermi muovere. Per fortuna mia moglie mi assiste e mi aiuta. E poi c’è Auser, che pure mi dà sostegno morale".

Alessandro Salemi