CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

A spasso con Manzoni. Chiesa di San Maurizio. Visita con l’esercito dei giovani volontari

Gli studenti degli istituti King di Muggiò e Martino Bassi di Seregno si sono trasformati in ciceroni, accompagnando gli appassionati.

Gli studenti degli istituti King di Muggiò e Martino Bassi di Seregno si sono trasformati in ciceroni, accompagnando gli appassionati.

Gli studenti degli istituti King di Muggiò e Martino Bassi di Seregno si sono trasformati in ciceroni, accompagnando gli appassionati.

Nonostante la pioggerella insistente, si sono susseguiti per l’intera giornata i visitatori alla Chiesa di San Maurizio, aperta per le Giornate Fai di Primavera. La storia raccontata dai narratori volontari diventa stimolo di studio anche per le scuole. Non a caso, tra ieri e oggi, intervengono come ciceroni una trentina di ragazzi dell’Istituto Martin Luther King di Muggiò e del Martino Bassi di Seregno, invogliati dai loro docenti e dopo aver seguito il corso online. Dopo una prima prova si appassionano e chiedono di diventare volontari effettivi. "Il Gruppo giovani è una realtà composta da 100 volontari, di età compresa tra i 18 e i 35 anni - racconta la capogruppo Beatrice Biagiotti - impegnati nella promozione delle eccellenze del territorio brianteo, attraverso l’organizzazione di eventi, visite culturali, scambi virtuosi di buone pratiche tra giovani di gruppi diversi. In preparazione una collaborazione con il Gruppo giovani architetti". I volontari giovani e adulti, portano ciascuno le proprie passioni che arricchiscono la delegazione di Monza. Nicoletta Castagna: "Mi piace lavorare con le scuole. Da 14 anni prendo contatto con i insegnanti e gruppi di studenti, potenziali ciceroni". E poi c’è Emilio Besana, volontario da qualche anno, con una vera passione per i Promessi sposi, narratore affezionato alla Chiesa di San Maurizio.

Ricorda il Monastero di Santa Margherita, proprio quello di Marianna De Leyva che Manzoni ha chiamato Gertrude, di cui resta il cancello laterale. La Casa degli Osio e di Gian Paolo, li accanto; la “grida“ contro il gioco della palla, nel 1609, che vietava ai ragazzi di giocare nella piazzetta, perché il pallone finiva continuamente nel convento. Indugia poi in un excursus sull’ordine degli Umiliati a Monza e poi dell’arrivo dei Francescani da metà del 1200 nell’attuale liceo classico Zucchi, dei Domenicani nella chiesa di San Pietro Martire e poi dei Barnabiti a cui passa il convento del Carrobiolo. Spiega poi il passaggio, noto a pochi, da Chiesa di Santa Margherita a San Maurizio. Nel 1700 il Convento raggiunse il suo massimo spendore con circa 70 monache, figlie delle famiglie “bene“, come Marianna De Leyva. Poi, alla fine del ‘700 i francesi chiudono il monastero e la chiesa, diventa azienda vinicola e poi banco dei pegni. Alla fine dell’ ‘800, abbattuta la chiesa intitolata a San Maurizi, il Duomo acquista la ex Chiesa di Santa Margherita e riporta qui i beni della chiesa di San Maurizio, da cui il nome “San Maurizio in Santa Margherita“.