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Monza, l'acqua puzza: allarme inquinamento nel Lambro

La denuncia di Legambiente: detriti, muschi e cattivi odori nel fiume

In questi giorni nel Lambro si può addirittura camminare

Monza, 11 marzo 2019 - Grido d'allarme di Legambiente, circolo Alexander Langer Monza, che ha scritto una lettera all’assessorato all’Ambiente del Comune di Monza e a BrianzAcque per segnalare possibili fonti di inquinamento del fiume Lambro in centro storico. Gli attivisti dell’associazione ambientalista fanno riferimento al tratto di fiume che scorre nel cuore di Monza. Hanno modo di osservarlo, poiché da anni gestiscono la piccola oasi ambientale di piazza Castello. Durante le fasi di scarso deflusso naturale delle acque, spiegano gli ambientalisti monzesi, si trovano sul letto del fiume detriti e rifiuti portati dalle acque o abbandonati da persone incivili, vegetazione spontanea che intacca le sponde, crepe nelle pareti e sul fondo dell’alveo.

«In questi periodi, inoltre - denunciano i volontari - si può rilevare, sotto la passerella dei mercati, la presenza di diversi rivoli d’acqua che sgorgano dalla sponda del fiume, anche se cementata. L’acqua di questi piccoli immissari del Lambro è maleodorante, sicuramente eutrofizzante e tale da favorire la formazione di tappeti vegetali, simili a muschi, che peggiorano ulteriormente l’immagine del centro storico di Monza». In condizioni di magra del fiume queste fonti di inquinamento possono essere molto dannose per l’ecosistema, lasciando conseguenze rilevabili anche in regimi di flusso regolare dell’acqua. Immissioni irregolari di acque si possono osservare, occasionalmente, anche dalla sponda sotto via Gerardo dei Tintori.

Diverse le supposizioni dei volontari esperti, sulle loro origini. Potrebbero essere le acque di irrigazione che percolano dai giardini privati a lato della passerella. Oppure acque derivanti da perdite di condotte fognarie che scorrono sotto la passerella stessa. «Per la prima ipotesi - scrive Legambiente - ci sarebbe da augurarsi che i gestori dei giardini si attivino per non sprecare acqua potabile per l’irrigazione e riducano i fertilizzanti». Per la seconda, l’appello è rivolto a BrianzAcque. «Ci auguriamo - conclude Legambiente - che BrianzAcque abbia inserito, nel suo recente piano di investimenti, il controllo e l’eventuale riparazione di queste condotte. È davvero assurdo che la società incaricata della gestione delle acque reflue, finalizzata alla salvaguardia delle acque superficiali, ne sia anche una loro inquinatrice. Ci sono già fin troppe fonti di inquinamento del fiume in città».