Chi pensa che la filiera del legno e dell’arredo sia materia esclusivamente maschile si dovrà ricredere. Chiara Dell’Oca, 19 anni, arriva tutti i giorni da Cantù ed è iscritta all’Its. Proviene dal liceo scientifico, sfatando un altro luogo comune sui cosiddetti legnamè. Non è la sola, anche se le ragazze, come nel suo caso, sono soprattutto iscritte ai corsi di specializzazione post diploma, che offrono sbocchi nella progettazione e nel marketing, perché per le famiglie è difficile accettare una carriera al femminile da falegname. Ma ormai è solo un luogo comune.
"Mi sono sempre piaciute le occupazioni manuali e negli anni del liceo ho capito che alcune materie teoriche non mi ispiravano poi tanto – racconta Chiara, allontanandosi da una macchina squadratrice –. Ora devo capire cosa mi piace di più, se buttarmi sulla pratica o stare a disegnare dietro un computer in ufficio, ma ho ancora tempo per pensarci. Oggi le macchine facilitano molto un lavoro che una volta era più faticoso".
Sono macchine all’avanguardia e presto in laboratorio arriverà anche un robot antropomorfo per la stampa digitale in 3 D prodotto da un’azienda di Barlassina. Nel capannone c’è anche un pool di designer del Politecnico, che qui trasformano i progetti in prototipi.
"Quest’anno abbiamo avviato una collaborazione anche con l’Accademia di Brera", spiega Francesco Chinellato, responsabile di laboratorio.
"Abbiamo una richiesta pazzesca di manodopera da parte delle aziende a tutti i livelli, dal banco alle macchine a controllo numerico – spiega il responsabile di laboratorio –. C’è bisogno di competenze. Ci sono molti laureati che utilizzano i nostri corsi come un’occasione per mettere a terra le norme apprese all’università, e attraverso di noi trovano anche una porta aperta con le aziende. Anche perché le competenze richieste ai ragazzi ogni anno vengono rimodulate in base ai suggerimenti delle aziende". Spesso i docenti stessi arrivano dalle aziende che poi “pescano“ nella scuola, in un rapporto virtuoso che consente alla formazione di stare al passo con le esigenze del mercato del lavoro.
Chi arriva, si trova in un mondo all’apparenza lontano. "C’è una riscoperta di una manualità che le giovani generazioni hanno perso – sottolinea Chinellato – I ragazzi di oggi vivono sul divano col cellulare in mano, alcuni non hanno assolutamente manualità. Ma abbiamo tanti livelli e ciò ci permette di aiutare ognuno a capire cosa gli piace fare". Anche se, alla fine del lavoro della macchina, la rifinitura tocca sempre alla mano.
In questi giorni i ragazzi dell’Artwood Academy stanno prototipando uno sgabello del Politecnico, nei mesi scorsi hanno realizzato una coppia di colombe: le hanno regalate al Papa in occasione dell’udienza dedicata alla formazione professionale.
M.Guz.