MONICA GUZZI
Cronaca

Adriano Galliani: "Il mio impegno per Monza? Far sentire la sua voce a Roma"

Lo storico braccio destro di Berlusconi corre alle suppletive nel collegio che fu del Cavaliere. "Abbiamo la moralità del fare, cioè la determinazione nel mantenere gli impegni presi"

Adriano Galliani: "Il mio impegno per Monza?. Far sentire la sua voce a Roma"

Roma, 20 ottobre 2023 – Dna brianzolo e saper fare. Sono le carte su cui Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan dei tempi d’oro e ora del Monza dei miracoli, scende in campo per difendere alle elezioni suppletive di domenica e lunedì il seggio al Senato che fu del suo amico di una vita, Silvio Berlusconi. Una candidatura quasi naturale, per la famiglia del Cav e per il centrodestra.

Galliani e la Brianza, un aneddoto per raccontare le radici.

"Quando Silvio Berlusconi mi propose di lavorare con lui per realizzare la televisione commerciale in Italia, gli posi una sola condizione, che lui, un po’ stupito, accettò: che io potessi continuare a seguire il Monza a ogni partita, anche nelle trasferte, dovunque fossi e qualunque cosa stessi facendo. Il Monza è stato ed è la grande passione della mia vita, il grande legame con le mie radici, la mia terra, la mia infanzia e la mia mamma".

Galliani, uomo del fare, dall’impresa al calcio. Perché tornare in politica?

"Perché la cultura del fare è esattamente quello di cui la politica ha bisogno. La nostra è la moralità del fare, cioè la capacità e la determinazione di mantenere gli impegni presi, di realizzare davvero quello che promettiamo agli elettori. L’esperienza nelle aziende e nello sport è per me un punto di forza".

Come battere il nemico principale, l’astensione?

"L’astensione è il nostro nemico, ed è il nemico più pericoloso per la democrazia. Vorrei che tutti gli elettori di centrodestra riflettessero sull’importanza di compiere un piccolo sacrificio, come quello di andare alle urne, non solo per eleggere Adriano Galliani, ma per garantire numeri più solidi in Senato al governo di centrodestra che ha un grande compito da realizzare. Votare è un privilegio che i nostri padri hanno conquistato a caro prezzo, e che a tante persone nel mondo è ancora negato. Sprecare questo diritto significa indebolire la democrazia".

Il programma: da dove far ripartire la Brianza?

"Dai suoi punti di forza: un tessuto di 75mila imprese, per gran parte piccole e medie, che ne fa uno dei territori più avanzati d’Italia, che si confronta ogni giorno con l’Europa, ma che proprio per questo ha bisogno di godere delle stesse condizioni dei concorrenti stranieri. Quindi infrastrutture adeguate, una burocrazia più agile, una giustizia che funzioni in tempi accettabili, un livello di pressione fiscale che non scoraggi la crescita, un costo del lavoro alleggerito dal cuneo fiscale e un costo dell’energia competitivo".

Il lavoro e la crisi in Brianza: cosa potrebbe fare al Senato?

"Non mi piace fare promesse se non sono certo di mantenerle. Quello che posso impegnarmi a fare è una continua consultazione con i sindaci, con le categorie produttive, con il mondo delle imprese e del lavoro, per far sentire in Senato, ma anche con il governo, la voce della nostra provincia. Dico nostra perché qui sono nato e vissuto, qui ho fondato un’azienda, qui ho avuto con il Monza grandi soddisfazioni nella mia vita da dirigente sportivo".

Le infrastrutture: che cosa serve davvero? Metropolitane o Pedemontana?

"Una cosa non esclude l’altra. La Brianza ha un grande problema di infrastrutture. Una viabilità congestionata peggiora la qualità della vita di tutti, è un danno per l’ambiente e rende difficile per le nostre aziende operare. Le infrastrutture per la mobilità, non solo la Pedemontana, sono vitali per il futuro".

La prima cosa che farebbe se venisse eletto.

"Chiederei al ministro dell’Interno ancora più uomini e mezzi delle forze dell’ordine sul nostro territorio: la sicurezza è il primo diritto di ogni cittadino".

Quando porterà il Monza in Europa?

"Non posso dirle una data, ma posso dirle che l’Europa, nel medio periodo, è nei nostri programmi. Del resto siamo passati in tre anni dalla C alla A, abbiamo già dimostrato di essere capaci di grandi imprese".

Che consiglio avrebbe chiesto adesso a Berlusconi?

"Gliene chiedo ogni giorno: Berlusconi è presente nel mio cuore, nei miei pensieri, nei miei ricordi come in quelli di tutte le persone che lo hanno conosciuto e frequentato da vicino. Ogni volta che ho un dubbio, penso a quello che avrebbe fatto lui, e trovo la soluzione giusta".

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