STEFANIA TOTARO
Cronaca

Aeb-A2a, fusione sotto inchiesta: "Operazione pregiudizievole"

La consulente della Procura: "Senza quella scelta i dividendi ai Comuni soci sarebbero stati superiori"

Aeb-A2a, fusione sotto inchiesta: "Operazione pregiudizievole"

"L’operazione di aggregazione ha determinato la perdita da parte del Comune di Seregno, ma più in generale di tutti i soci pubblici, della maggioranza assoluta al capitale di Aeb e dunque del controllo del Gruppo, a fronte di asset sopravvalutati". Una fusione, quella con A2A, ritenuta "fortemente pregiudizievole" dalla consulente tecnica Elisabetta Brugnoni, incaricata dalla Procura di Monza di redarre una relazione nell’inchiesta che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di sei imputati, tra cui il sindaco di Seregno Alberto Rossi, accusati a vario titolo per turbativa d’asta per una scelta ritenuta realizzata "al solo fine di favorire la società A2A" con un danno complessivo per Aeb "non inferiore a 60 milioni di euro" e con "l’omessa valorizzazione di un premio di maggioranza a favore di Aeb non inferiore a 5,7 milioni di euro". "Per effetto dell’operazione la quota del Comune di Seregno - si legge nella relazione tecnica - era scesa dal 54,90% al 36,47%, concedendo ad A2A una quota del 33,52% che, rispetto al valore effettivo degli asset conferiti, al più doveva corrispondere ad una quota del 21,91%". Parallelamente "gli apporti di A2A, contrariamente agli obiettivi enunciati, non sono venuti ad offrire alcun contributo allo sviluppo del Gruppo, ma anzi rischiano in prospettiva futura di diventare un problema se si dovesse verificare la perdita di efficacia per legge dei contratti".

La fusione è stata poi portata avanti senza una gara pubblica, con la convinzione ritenuta errata che la prospettata crescita di Aeb potesse avvenire solo tramite l’aggregazione in A2A. Secondo l’esperta, invece, "gli asset conferiti da A2A non sono apparsi strategici per Aeb" che "avrebbe potuto saldare relazioni anche con altri operatori". Secondo Elisabetta Brugnoni "l’assenza di procedure competitive ha sicuramente compromesso il diritto dei soci pubblici di ottenere la migliore valorizzazione delle quote cedute, circostanza da valutarsi anche ai fini di un eventuale danno erariale". "Nel piano industriale la prospettiva di distribuzione di dividendi di Aeb nel piano 2020-2024 era superiore a quella ottenibile post aggregazione". Si parla di 41,1 milioni rispetto a 32,4. La fusione ha invece, sostiene la consulente della pubblica accusa, portato "rilevantissimi vantaggi di natura economico, patrimoniale e finanziaria" per A2A.