
L’aggressione nei giardini del Nei
Monza, 7 aprile 2025 - "Il coltello non c'è mai stato e ci sono i video delle telecamere a provarlo. Infatti le ferite non sono profonde. A provocarle è stato il coccio di una bottiglia, era lui ad impugnarla e si è fatto male mentre ci rotolavamo per terra". A parlare è il presunto esecutore materiale della violenta aggressione a coltellate commessa nel giugno scorso ai danni di un connazionale 25enne all’ombra dei Latin King nei pressi dei giardini pubblici del “Nei”, in via Enrico da Monza.
Per questa vicenda, al processo abbreviato davanti alla gup del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti la cui sentenza è slittata al 15 aprile, la Procura di Monza ha chiesto per il principale accusato di tentato omicidio, P.H.B.S., ecuadoriano del 2001 residente in provincia di Varese, la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione, mentre la condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione ciascuno è stata chiesta per D.C.D.M., ecuadoriano del 2003 residente a Concorezzo, ritenuto coautore per aver fornito il contestato coltello e Q.O.B.F., ecuadoriano del 1996 residente a Monza, ma domiciliato a Varese, che avrebbe fatto da “palo”.
I tre erano stati arrestati un mese dopo dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Monza e della Brianza. Ora si trovano agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. “Ho degli ordini, ti devo ammazzare, devi essere eliminato perché conosci degli infami”. E giù le coltellate. La prima allo stomaco, poi una bottigliata in testa tanto violenta da sfondare il vetro e far perdere i sensi alla vittima. Poi le altre coltellate, 12 in tutto, tutte sferrate in parti vitali. Questa la ricostruzione della Questura di Monza e Brianza e della Procura monzese. La difesa degli imputati punta quantomeno invece alla contestazione di lesioni invece che di tentato omicidio e all'assoluzione per la mancanza della volontà di ferire.