
Le installazioni di Alcova hanno scelto quattro location d’eccezione: alle confermate Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi si affiancano l’ex Snia e le Serre di Pasino
Varedo (Monza e Brianza) – Da una parte i numeri impressionanti dell’anno scorso, oltre 90mila presenze in una settimana e su due siti diversi. Dall’altro l’ampliamento dell’offerta con quattro spazi ma un biglietto d’ingresso da 25 euro per uno di questi. Ha preso il via ieri la nona edizione di Alcova, che per il secondo anno consecutivo ha trovato casa a Varedo. Fondata nel 2018 da Valentina Ciuffi e Joseph Grima, è una piattaforma itinerante che ogni anno, durante la Milano Design Week, riunisce designer, aziende, istituzioni e ricercatori per indagare collettivamente il futuro del progetto e dell’abitare. Trasformando siti abbandonati, dimenticati o inaccessibili in hub per la creatività contemporanea, Alcova è velocemente diventata uno degli eventi più visitati e riconosciuti nel calendario globale del design. E per la seconda volta sarà Varedo ad essere al centro dell’attenzione mondiale.
La scelta del biglietto d’ingresso è stata dettata dalla necessità di fondo: scaglionare gli accessi di Villa Borsani. Si tratta di un biglietto con prenotazione obbligatoria, valido per un solo giorno e utilizzabile anche per entrare con priorità nelle altre sedi scelte, che restano comunque ad accesso gratuito. “A causa della capacità limitata – si legge sul sito di Alcova – è richiesto un biglietto con fascia oraria assegnata per visitare Villa Borsani. Questo biglietto ti garantirà anche l’accesso prioritario alle altre località di Alcova”.
A quanto pare però il costo del biglietto d’ingresso non ha scoraggiato i visitatori: cercando di prenotare un ingresso, gli orari di oggi e domani risultano sold out e nei giorni a seguire sono poche le disponibilità orarie rimaste, con una scelta iniziale dalle 10 alle 18.15. I fondatori di Alcova hanno spiegato che la Villa può ospitare contemporaneamente fino a 70 persone. Il biglietto serve quindi a selezionare gli ingressi, facendo entrare chi è veramente interessato a vedere il progetto. Resta il fatto che passando i siti da due a quattro, per l’edizione 2025 c’è molta più scelta per le visite. Accanto alle storiche residenze di Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi, infatti, già protagoniste nel 2024, Alcova presenta per questa edizione che ha aperto i battenti ieri mattina, due nuove location: l’ex fabbrica Snia e le Serre di Pasino, due nuovi luoghi, grezzi e stratificati, dove la natura ha iniziato a riprendersi i suoi spazi.
Nelle serre prende forma “Ghost Orchids“ di Marcin Rusak Studio, progetto site-specific che intreccia la storia personale del designer e quella del luogo, attraverso una nuova serie di opere scultoree realizzate in un materiale biodegradabile in collaborazione con il Lukasiewicz Institute. Interagisce con la memoria materiale e le sue trasformazioni anche “Soft Horizons“, un’installazione di sculture che celebra il marmo greco, utilizzandone frammenti rimodellati e riassemblati, dando loro una nuova leggerezza e movimento. L’ex fabbrica Snia mette in scena un intreccio tra decadenza industriale e silenziosa riconquista della natura. Qui viene presentata “Under the Volcano“ di Ranieri, monumentale installazione per raccontare la nuova collezione in pietra lavica creata da Francesco Meda e David Lopez Quincoces per l’azienda situata ai piedi del Vesuvio. Viene inoltre ospitata la ricerca sui materiali del futuro di Habitare attraverso i progetti di una selezione di aziende e designer finlandesi. Tra i progetti più interattivi e spettacolari, gli americani Decibel Made faranno una permormance sul posto, producendo oggetti con una grande stampante 3D, mentre “18 Drops of Sweat“ materializzerà l’apparizione di un vero e proprio hammam gonfiabile. Villa Borsani presenta ancora una volta oggetti di design all’avanguardia esposti in stretto dialogo con la sua architettura modernista.