
Emanuela Maccarani e Anna Basta
Desio (Monza e Brianza) – Felice e soddisfatta. Si sente così Anna Basta, ex ginnasta di ginnastica ritmica e delle Farfalle, grande accusatrice di Emanuela Maccarani, la responsabile tecnica dell'Accademia di Desio, dove allena le Farfalle, la Nazionale di ginnastica ritmica. Il motivo? Il fatto che il Tribunale di Monza abbia disposto l'imputazione coatta per Maccarani, nonostante la richiesta di archiviazione della Procura.
“Sicuramente è una decisione che ci vede soddisfatte e che ci rende felici perché dopo due anni e mezzo dove abbiamo vissuto veramente esperienze bruttissime, dove ci siamo anche viste negare sostanzialmente la giustizia, ci ritroviamo in un momento in cui la giustizia sta andando dalla parte della verità". Lo ha detto a margine dell'evento “Giovani europei senza filtri nei social e nella vita”, organizzato a Milano dalla consigliera lombarda pentastellata Paola Pizzighini. "Come noi abbiamo sempre detto - ha aggiunto -, abbiamo iniziato semplicemente da un'intervista. È successo tutto quello che è successo ed è ovvio che una volta che ci sei dentro vuoi che giustizia sia fatta correttamente". Si tratta di una cosa "non scontata e sicuramente difficile, però ad oggi sicuramente siamo contenti. È ovvio che è un inizio, quindi ci vorrà tempo e ci saranno ancora tantissime cose da affrontare" ha concluso.
Come detto, la gip del tribunale di Monza, Angela Colella, ha disposto l’imputazione coatta per maltrattamenti. Ora la Procura di Monza, che ne aveva invece chiesto l’archiviazione, dovrà chiederne il rinvio a giudizio, valutando anche se aggiungere l’aggravante delle lesioni per le presunte ripercussioni avute dalle atlete. Per la giudice, Maccarani era “noncurante delle condizioni fisiche” delle ragazze, lei puntava “al risultato”. Nel 2021 quando Nina Corradini, durante un allenamento, si era fratturata le dita di una mano e le aveva mostrate alla coach, si era sentita rispondere che “cercava una scusa per non allenarsi” e l’aveva fatta proseguire nonostante “fosse grigia come una padella”. Nel dicembre 2018 era toccato invece proprio ad Anna Basta, che si era infortunata a un ginocchio ma aveva dovuto continuare ad allenarsi “contro le indicazioni del medico della squadra”. “Mi ha detto ‘cosa vuoi essere sostituita?’ - ha detto agli inquirenti l’ex atleta -. Le ho risposto certo che no e ho proseguito, ma la sera avevo il ginocchio così infiammato che non riuscivo a camminare e mi è salita la febbre. Il medico mi ha accompagnata in ospedale, mi hanno detto che se avessi aspettato oltre avrei rischiato la trombosi. Il mio infortunio è stato attribuito al fatto che mi fossi abbuffata di pandori”.
Maccarani non ci andava giù leggera, con le atlete. “Cos’è, non respiri? È perché sei grassa... non riesci per il peso, non entri nel cerchio”. E ancora: “Sei un maiale... guarda che cosce”, “Sei una balena”. Oltre ai riferimenti all’aspetto fisico e gli insulti, anche le umiliazioni. “Fai schifo, metti in difficoltà la squadra, fai perdere le medaglie”. Anche tirando in ballo familiari e provenienza. “Tu hai solo capelli in testa, non so perché sei qui, non arriverai da nessuna parte, potrai fare solo la parrucchiera come tua madre”, “Sei una muratrice perché sei di Bergamo, solo quello sai fare”, “La tua famiglia è un po’ così e tu sei una figlia dei fiori”.