«Non so cosa dirò, sono giorni che ci penso... sono emozionata. Credo che innanzitutto la ringrazierò". Ci sono voluti 35 anni, ma alla fine ce l’ha fatta. È riuscita a ritrovare quella maestra, quell’angelo che – lo ricorda bene e non può essere diversamente – quando aveva appena 8 anni l’aveva aiutata e l’aveva seguita passo dopo passo consentendole di non perdere un anno di scuola. Perché Annalisa Prevete che oggi ha 42 anni, fa la tata e vive in provincia di Grosseto, 35 anni fa, quando abitava ancora nella sua Napoli, era stata costretta da una terribile malattia a venire a curarsi all’ospedale San Gerardo di Monza. Leucemia. Momenti difficili, specie negli occhi di una bambina, costretta a sottoporsi a una terapia che per dieci mesi l’aveva tolta alla sua vita quotidiana.
"A Napoli dissero che ero molto grave, ma non sapevano cosa fare. Un pediatra ci consigliò di andare a Genova, al Gaslini, ma non c’era posto. E allora mi mandarono Monza, all’ospedale San Gerardo, che ancora ringrazio..." dove c’era l’eccellenza per la leucemia infantile. "Fu molto difficile. Ricordo il viaggio, il sole cocente di agosto. Mia mamma aveva appena scoperto di essere incinta e mio padre doveva restare a Napoli per accudire il mio fratellino di 4 anni e mezzo. Quando venivano a trovarmi piangeva, non voleva più andarsene...".
Annalisa sta quasi un anno in terapia, "ero timida, e un po’ chiusa, avevo perso tutti i capelli" ma ce la fa. È cocciuta, Annalisa. E soprattutto una giovane maestra è un tassello fondamentale del processo di guarigione. Ha poco più di 20 anni, si chiamna Stefania Fiorucci, insegna alle elementari e fa la volontaria, insegna anche ai piccoli ricoverati in ospedale. L’idea del Comitato Maria Letizia Verga funziona. "Una persona dolcissima, e tosta. Mi incoraggiava, sapeva spronarmi. Ma sempre con la pazienza, ricordo la sua voce che infondeva calma e tranquillità, quando stavo malissimo per le terapie, e continuavo a vomitare, arrivava con un libro: “Oggi ti leggo una storia, ai compiti pensiamo la prossima volta...”. Mi dava coraggio".
Nasce un rapporto meraviglioso. "Ci siamo scritte per anni, ci mandavamo le cartoline. E quando tornavo a Monza per i controlli, mi fermavo a mangiare a casa dei suoi genitori". Un legame bellissimo, che si perde un po’ col passare degli anni. Annalisa si sposa, si trasferisce in provincia di Grosseto, da cui prende uno spiccato accento toscano e dove di fa una famiglia e partorisce una figlia che oggi ha 13 anni. Le lettere si perdono e anche gli indirizzi.
«Finché ho deciso, senza dir niente a nessuno, di provare a cercarla: sono cocciuta". Il suo annuncio via Facebook sul gruppo “Sei di Monza se...“ viene sommerso di messaggi. Tantissime persone conoscono quella maestra. "Alla fine mi ha contattato sua figlia, è stato bellissimo. Ho pianto. Stasera (ieri per chi legge, ndr ) finalmente ci sentiremo: la inviterò a venirmi a trovare. Voglio abbracciarla: è una persona meravigliosa". Glielo hanno detto tutti quelli che la conoscono, ma Annalisa lo sapeva già.