Varedo, 24 gennaio 2025 – Tutti assolti dal Tribunale di Monza gli ultimi cinque imputati per la truffa all’autosalone di Varedo. Si trattava dell’ultimo filone dell’inchiesta che riguardava i presunti venditori che non hanno scelto di essere processati con riti alternativi ma hanno affrontato il dibattimento.
Il pm monzese Vincenzo Fiorillo aveva chiesto pene fino a 19 mesi di reclusione per 4 di loro e l’assoluzione per un figlio di Giuseppe Antonini, Davide, così come per tutti gli imputati per l’ipotesi di associazione a delinquere. Invece i giudici monzesi hanno assolto in toto gli imputati, difesi dagli avvocati Roberto Catanzariti, Antonio Ausilio, Alessandro Grassi e Vincenzo Morgioni.
“I venditori non potevano non sapere dei raggiri perché i clienti arrivavano anche nell’autosalone a lamentarsi per le vetture non consegnate”, sosteneva la pubblica accusa. “Loro facevano solo i contratti, che erano regolari”, ha ritenuto invece la difesa degli imputati.
L’arresto
Con questa sentenza si chiude, almeno al Tribunale di Monza, una vicenda giudiziaria iniziata nel 2019 con l’arresto dei fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, eredi dello storico commerciante multimarche di auto, che erano stati condannati in primo grado per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita a 4 anni di reclusione e al risarcimento dei danni al fallimento della società dell’autosalone, con una provvisionale di 150mila euro. Pena scesa dopo i ricorsi a 3 anni di reclusione ciascuno.
Il crac
Le indagini delle Fiamme gialle sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della “World car srl“, che era nata sulle ceneri della storica società “Autosalone Antonini“.
All’ipotesi di bancarotta fraudolenta si è aggiunta poi anche quella di truffa, quando i clienti si sono rivolti alla Finanza e anche a “Striscia la Notizia” per fare emergere lo scandalo di auto che venivano vendute a prezzi di mercato, ma ai clienti veniva proposto di applicare adesivi pubblicitari in cambio di un parziale sconto.
Lo sconto
Un ragionamento che non faceva una piega e che aveva spinto tante persone – circa 150 – ad acquistare un veicolo all’ex storico concessionario Antonini. Una volta che il saldo arrivava sui conti correnti della concessionaria, però, i tempi per il ritiro iniziavano ad allungarsi a dismisura, fino allo scontato epilogo del fallimento. Nel frattempo ai clienti che andavano a lamentarsi veniva offerto un bonifico delle somme versate, che però a sua volta non sarebbe mai arrivato. Alcuni avevano ottenuto un finanziamento, continuando a dover pagare invano le rate.
La maxi truffa
Una maxi truffa per cui al Tribunale di Monza erano arrivate le condanne, anche al risarcimento dei danni per complessivi oltre 700mila euro a una sessantina di clienti costituiti parti civili.
Nel processo con il rito abbreviato la gup Francesca Bianchetti, che non aveva ritenuto sussistente l’accusa di associazione per delinquere, aveva inflitto 3 anni, 5 mesi e 20 giorni (in continuazione e in aggiunta alla precedente condanna) ai fratelli Antonini, ritenuti amministratori di fatto e unici ideatori del raggiro, mentre a 3 anni e 10 giorni era stato condannato l’amministratore di diritto Giancarlo Capoccia e infine 1 anno e 10 mesi con la pena sospesa erano andati alla moglie di uno degli Antonini accusata di riciclaggio di denaro proveniente dall’attività, a cui sono stati confiscati 50mila euro. L’accusa ha retto anche in appello, anche se falcidiata dalle sopravvenute prescrizioni.