ANTONIO CACCAMO
Cronaca

Arcore, l’asilo San Giuseppe non riaprirà a settembre

Doccia fredda: la trattativa con una cooperativa veneta si è rotta: 200 bambini dovranno cambiare scuola e 20 dipendenti resteranno senza lavoro

Nessuna speranza di salvare lo storico asilo

Arcore (Monza e Brianza) 12 agosto 2020 - L’asilo San Giuseppe forse non riaprirà mai più. Il 20 luglio sembrava che l’operazione salvataggio fosse a portata di mano. Invece ieri Ferruccio Magni, ipresidente del cda della Fondazione proprietaria della secolare scuola di via Tomaselli, ha dovuto alzare bandiera bianca. Fallita la trattativa con una cooperativa veneta interessata, ha escluso che a settembre possa ripartire l’attività e ha interrotto le iscrizioni. Il che vuol dire che i genitori dei circa 200 bambini (60 di Arcore) dovranno portare i loro figli in altri nidi e altre materne e i 20 dipendenti, per la maggior parte maestre, rimarranno senza lavoro. Il prossimo passo sarà lo scioglimento della Fondazione.

«Purtroppo, dopo diverse formulazioni di ipotesi che fino a pochi giorni fa sembravano condivise, l’ente esterno ha manifestato perplessità circa la destinazione dell’immobile», racconta Magni che svela di avere favorito un colloquio telefonico tra la cooperativa, la sindaca, Rosalba Colombo, in presenza del segretario comunale, il responsabile finanziario e di due assessori. La cooperativa si è presa una settimana per decidere. Ma le risposte non sono arrivate. Il risultato è che «senza la collaborazione esterna, non è possibile proseguire l’attività della Fondazione, rischiando di creare un ulteriore danno per utenza e dipendenti». Una doccia fredda anche per i sindacati. «Già nei giorni scorsi era ormai chiaro che la trattativa con la cooperativa interessata a rilevare l’attività aveva subìto un’importante battuta di arresto», dicono Simone Cereda e Nicola Turdo, segretari, nell’ordine, della Fp Cgil e della Cisl Fp Mbl «Chiediamo quindi al Cda e al Comune di chiarire con precisione le ragioni che hanno portato alla rottura della trattativa con la cooperativa. 

E di valutare ogni possibile soluzione alternativa alla chiusura dell’asilo, considerando anche l’apporto di altri soggetti esterni». Sollecitano il Comune ad aprire un tavolo per gestire la crisi aziendale. «All’Amministrazione comunale, che esprime 4/5 del Cda ed è quindi pienamente responsabile di come la Fondazione è stata condotta in questi anni, chiediamo di farsi parte attiva nella gestione delle inevitabili ricadute occupazionali». Il problema del San Giuseppe è che ha troppi debiti e nessuna autosufficienza. La sua sopravvivenza era garantita dai contributi di Comune, Regione e rovveditorato agli studi. Dal 2011 ad oggi solo il Comune ha dato quasi 1,5 milioni di euro. A far precipitare le cose è la mancata erogazione di un prestito bancario di 550mila euro, 140 dei quali dovevano servire pagare fornitori.