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I genitori ieri hanno incontrato la giunta comunale
Arcore (Monza e Brianza), 24 gennaio 2020 - Il San Giuseppe ha una situazione ormai insostenibile che parte da lontano, con 180 mila euro di debiti solo verso fornitori. Da qui il blocco delle nuove iscrizioni dei bambini di 3 anni, cioè la prima classe della materna. Ai 39 scolari di 4 e 5 anni che frequentano l’istituto privato, gestito da una Fondazione, il Comune e il Cda non garantiscono che a giugno potrà riaprire. Da qui il “consiglio” di iscriverli entro il 31 gennaio in altre materne: la statale oppure le due private, Durini e Cavenaghi. La sindaca, Rosalba Colombo, e i suoi assessori, Valentina Del Campo, Servizi sociali, e Paola Palma, Istruzione, ieri sera hanno cercato di fare chiarezza su una vicenda, la chiusura dell’asilo San Giuseppe, che ha scatenato mercoledì sera la protesta di piazza: genitori e maestre hanno manifestato fuori da Villa Borromeo, sede del municipio urlando "Viva il San Giuseppe". Verso le 1 è arrivata anche un drappello della Lega, guidato dal segretario Laura Besana che annuncia che l’8 febbraio ha organizzato una manifestazione: "saremo in piazza a dimostrare vicinanza ai lavoratori e alle famiglie della San Giuseppe".
Una delegazione di mamme e papà è stata ricevuta dalla giunta comunale, nella saletta del Comune, e da Marco Penati, presidente pro tempore del Consiglio d’Amministrazione del San Giuseppe, dopo le dimissioni di Cristina Maranesi. "Dobbiamo rendere conto di quanto facciamo a tutti gli arcoresi e non solo ai genitori", dice la prima cittadina che precisa che il San Giuseppe "è una scuola privata, gestita da un ente privato". Anche se il cda è composto da 4 persone a nomina politica (3 di maggioranza e 1 di minoranza) più un rappresentante dei genitori. "Quando siamo arrivati nel 2011 la situazione era già grave. Sotto la giunta Rocchini la scuola ha generato un indebitamento che poi ha fatto precipitare le cose. Noi abbiamo cercato di riparare, proponendo soluzioni al Cda e ai sindacati". A complicare le cose la sentenza della Corte dei Conti che vieta ai Comuni di pagare debiti di enti privati "se lo facessimo, noi amministratori, il segretario comunale, dovremmo rispondere di danno erariale".
Il rapporto tra Comune e Fondazione è gestito da una convenzione, che prevede dei contributi sulla base del numero dei bambini di Arcore iscritti "per questo anno sono stati 90 mila euro, ma dal 2011 ad oggi abbiamo dato 1.5 milioni per calmierare le rette, più 126mila per interventi straordinari". Il contributi negli anni si è ridotto. "Anche perché gli ingressi di bambini residenti ad Arcore dal 2012 ad oggi si sono dimezzati – ha spiegato l’assessora alla Cultura, Paola Palma - Nel 2012 erano 102, nel 2019 66, 13 in uscita". La rabbia è esplosa dopo che i genitori si sono visti arrivare una email dal Cda della Fondazione, in cui si comunicava la chiusura a giugno. Cosa succederà ora? "Vogliamo garantire la continuità educativa. L’ipotesi, di cui abbiamo già parlato con la preside, è di riuscire a spostare le 2 classi dal San Giuseppe alla statale Monginevro. Non è facile ma stiamo verificando. Parleremo anche con il provveditorato agli studi". Poi c’è il problema dei 20 dipendenti "Il cda dovrà incontrare al più preso i sindacati", manda a dire Colombo. L’impressione è che il San Giuseppe, nato nel 1891 da una donazione dei Conti Casati, abbia i mesi contati.