ANTONIO CACCAMO
Cronaca

Asfalti Brianza, i politici bocciano Arpa e Ats

Per i 47 consiglieri comunali "le analisi sono state fatte in un periodo in cui la ditta lavorava a tratti e sapeva di essere controllata".

di Antonio Caccamo

Non meritano la sufficienza le relazioni di Arpa e Ats che escludono pericoli per la salute umana nelle emissioni di Asfalti Brianza. Questo pensa la delegazione di 47 consiglieri comunali e amministratori di Monza, Concorezzo, Agrate e Brugherio ricevuta qualche giorno fa dalla Prefetta, Patrizia Palmisani.

Sono gli stessi consiglieri che in una lettera hanno chiesto "di porre un fermo alla produzione" della fabbrica di asfalto stradale che da anni, con le sue puzze, è fonte di preoccupazioni e malessere per centinaia di famiglie. Perché le relazioni delle autorità sanitarie non convincono? "I dati relativi alle emissioni e alla qualità dell’aria - hanno detto alla Prefetta - sono stati raccolti in un periodo in cui l’azienda ha lavorato a tratti, con orari ridotti e nella consapevolezza di essere sotto i controlli dell’autorità". Tradotto: non sono affidabili perché parziali.

La delegazione, composta da Margherita Brambilla, Simone Castelli, Francesco Facciuto, Marco Lamperti, Paolo Piffer e Giuseppe Procopio, si è convinta che le relazioni di Arpa e Ats Brianza: "non possono bastare per chiudere il capitolo sui rischi per la salute di centinaia di residenti". E chiede nuove analisi mentre continua a ritenere la presenza di Asfalti Brianza incompatibile con "il quieto vivere" delle persone che risiedono nel raggio di qualche chilometro dalla fabbrica.

"Questa incompatibilità, con visibili ricadute sotto il profilo fisico e psicologico di molti cittadini, a fronte di sei anni di gravi disagi e più che legittime preoccupazioni, rischia di aggravare il clima di sfiducia nelle istituzioni che ad oggi hanno un ruolo attivo, di supervisione o di coordinamento", racconta Francesco Facciuto, capogruppo de La Rondine di Concorezzo.

L’azienda è chiusa dopo che la Provincia ha sospeso l’Autorizzazione unica ambientale imponendo ai proprietari di presentare un piano entro il 14 luglio per sanare le inadempienze e da eseguire entro il 30 settembre. In più si è allargata l’indagine del sostituto procuratore di Monza Michele Trianni e include ora anche le puzze che causano molestia alle persone e quindi sono perseguibili penalmente oltre che la salubrità delle emissioni e lo smaltimento dei rifiuti (fresato d’asfalto) accumulati sul piazzale dello stabilimento.

La preoccupazione dei 47 consiglieri e del Comitato quartiere S. Albino è la pretesa dell’azienda di aumentare la produzione utilizzando il fresato nel ciclo produttivo. Hanno detto al Prefetto "di vigilare affinché il piano di rientro dell’azienda non sia occasione per accogliere queste richieste"