Condannati gli imputati di reati ambientali di Asfalti Brianza. Ieri il giudice del Tribunale di Monza Gianluca Polastri ha inflitto 1 anno, 8 mesi e 15 giorni di arresto e 27mila euro di ammenda a Vincenzo Bianchi, amministratore unico del bitumificio in via Imbersago ora in liquidazione giudiziaria, e 4 mesi di arresto e 1750 euro di ammenda a Nandy Alveri Carrasco Perez, legale rappresentante della società W.BAU s.r.l., che aveva in uso un capannone nell’area di Asfalti Brianza, destinato a magazzino deposito per attrezzi e materiali: al suo esterno sono stati trovati 20 metri cubi di rifiuti.
A Carrasco Perez il giudice ha riconosciuto la sospensione condizionale della pena, revocata invece a Bianchi, che ora dovrà scontare insieme a questa anche altre condanne già avute a Milano se diventate definitive. Concesso il risarcimento dei danni ai Comuni di Concorezzo, con una provvisionale di 15mila euro, e con una provvisionale di 10mila euro per Monza, Agrate Brianza e Brugherio. Escluso il riconoscimento di danni a Legambiente.
Vincenzo Bianchi è stato condannato per avere realizzato all’interno del sito industriale un deposito di circa 51mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da fresato di asfalto e miscele bituminose. Materiale utilizzato, senza alcun preventivo trattamento, per la produzione di asfalto nell’impianto del bitumificio, con lo scarico nella pubblica fognatura di acque reflue industriali. L’amministratore di Asfalti Brianza è stato però assolto dall’accusa di "avere provocato emissioni di vapori e fumi maleodoranti che molestavano i cittadini". I fatti contestati sono iniziati nel 2019. Solo dopo numerose segnalazioni dei residenti (che lamentavano odori nauseabondi, bruciori alla gola, nausea, vomito) era arrivato lo stop delle attività dell’azienda fino alla sospensione della Autorizzazione Unica Ambientale.
Il processo, per un procedimento penale aperto dalla Procura di Monza cinque anni fa non era mai partito perché Bianchi aveva chiesto di essere ammesso all’oblazione, ossia il pagamento allo Stato di una somma che avrebbe estinto in parte i reati. Una richiesta che prevedeva però lo smaltimento dei rifiuti, che invece non è mai stato completato, anzi la montagna di scarti è cresciuta, tanto che è stato aggiunto un nuovo capo di imputazione. Intanto Asfalti Brianza ha annunciato la chiusura e di conseguenza il rischio concreto è che ora tutti i costi delle bonifiche non eseguite dalla società finiscano per pesare sulle tasche delle amministrazioni comunali.
"Ora c’è una montagna di fresato da portare in sicurezza e da trovare una nuova destinazione del sito che non sia incompatibile con i residenti", il commento di Francesco Facciuto, consigliere comunale della Lista La Rondine di Concorezzo e consigliere provinciale.