ROSSANA BRAMBILLA
Cronaca

Festa dei papà separati: "Ho lasciato mia figlia a 2 anni, a 21 lei torna a vivere con me"

Quarta edizione del Festival della Paternità: "Dateci giudici più equilibrati"

Domenico Fumagalli, presidente del gruppo

Brugherio, 4 settembre 2017 - Gli iscritti all’associazione Papà separati ritornano all’area feste di via Sant’Anna per la quarta edizione del Festival della Paternità. Il tema però non è cambiato: combattere contro quel sistema che non permette loro di stare con i figli. Proprio come lo scorso anno, nel Belpaese sono quasi 2milioni e mezzo i genitori single, la percentuale degli uomini che vive assieme ai propri figli è però molto bassa: solo il 2 per cento.

«Il problema è che l’affidamento congiunto non funziona - racconta Domenico Fumagalli, presidente del gruppo -. I bambini restano quasi sempre alla madre. Il papà finisce per avere contatti telefonici e un paio di domeniche al mese. I ragazzi crescono senza una figura per loro importantissima. Non vogliamo ottenere un’inversione della tendenza a sfavore delle madri, bensì una situazione di complementarietà e di bigenitorialità. Il nostro nemico non è l’universo femminile, ma il sistema che allontana i papà dai bambini». Sono passati 20 anni da quando Domenico ha divorziato, sua figlia all’epoca ne aveva solo due. «La mia bimba ha 21 anni ed è tornata a casa da me - racconta con gli occhi lucidi -. Non ci dimentichiamo però di chi sta ancora attendendo di riabbracciare i propri ragazzi».

Il presidente guarda Renato Aprile, responsabile della sede operativa brugherese dell’associazione e del banco alimentare. «Io ho cinque figli - racconta l’uomo -. Tre di loro mi danno la forza che mi permette di cercare di rivedere i loro due fratelli. Ho due matrimoni alle spalle, il secondo mi ha regalato nel 2003 e nel 2006 due bimbi. Chiamo ogni sera a casa loro, nessuno mi risponde. Non li vedo da anni. Ho saputo che le condizioni di salute del mio bimbo sono peggiorate solo perché serviva una mia firma su un modulo». «L’unione fa la forza», ripetono i papà. Per questo si riuniscono mensilmente, frequentano il centro e i corsi messi a disposizione dall’associazione, parlano con psicologi ed esperti di legge.

Si stanno salvando dalla depressione proprio perché giorno dopo giorno si sostengono. Proprio come Giuseppe fa con Pasquale. «Non vedo mia figlia da tanto - racconta Pasquale -. Sono andato in rovina per comprare una casa per la mia nuova famiglia, per gli studi e per il matrimonio della ragazza che ho considerato da sempre come mia figlia naturale. Dopo il divorzio non ho più avuto loro notizie. Giuseppe mi segue in ogni aspetto di questa brutta vicenda». Hanno trovato la ricetta della felicità invece Dusca e Giorgio, ex marito e moglie e genitori di un ragazzo di 15 anni e una bimba di 10. «Io e mio marito non eravamo compatibili - racconta lei -. Con il divorzio abbiamo trovato il nostro equilibrio, certo i figli soffrono. Ma c’è il buon senso oltre alla legge. I ragazzi vivono con me, ma vedono il padre ogni volta che vogliono. Bisogna mettere i ragazzi in primo piano».