REDAZIONE MONZA BRIANZA

Restyling in autodromo per il Gran Premio: parabolica e sopraelevate riasfaltate

Fervono i preparativi per il Gran Premio di inizio settembre. Grande attenzione per i biglietti venduti, in crescita dopo i dati molto negativi di giugno e luglio di Marco Galvani

L'autodromo di Monza

Monza, 20 agosto 2014 - I lavori di parziale asfaltatura della via di fuga della Parabolica chiesti espressamente dalla Federazione internazionale dell’automobilismo ormai sono completati. Una prescrizione che «non modifica in alcun modo né il tracciato né la curva Parabolica, e ha come unico obiettivo quello di aumentare la sicurezza della pista stradale di Monza», le precisazioni con cui l’Autodromo ha voluto tranquillizzare le decine di appassionati che, vedendo ruspe e operai al lavoro, hanno temuto in uno sconvolgimenti di uno dei punti più spettacolari del circuito.

Lavori in dirittura anche sul fronte Sopraelevate, ma in questo caso nulla hanno a che vedere con l’appuntamento a cui tutta la squadra Sias sta lavorando senza sosta. A cominciare dall’ufficio biglietti, costretto a fare i conti non più soltanto con la crisi che ha alleggerito il portafogli di numerosi appassionati, soprattutto le famiglie, ma anche con una Ferrari che non ingrana e con una prospettiva di competitività che rischia di tenere lontani dagli spalti monzesi anche i ritardatari. Rispetto ai dati preoccupanti di giugno e luglio (con un crollo di 600mila euro nella prevendita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), qualcosa si sta smuovendo in risalita. A dire il vero non è solo un problema di Monza. Il prodotto Formula Uno non riscontra grande successo nemmeno in televisione. E questo potrebbe anche essere un elemento a cui appigliarsi quando a settembre, nei giorni del Gran premio, i nuovi vertici di Aci Milano e della Sias saranno chiamati a un faccia a faccia con Bernie Ecclestone. Il patron della Formula Uno ha già detto di avere sempre con sé la penna. Lui è pronto a firmare il rinnovo del contratto con Monza. Basta che Monza metta sul tavolo i soldi che lui vuole. Gli stessi che pagano gli altri circuiti europei. Si parla di circa il doppio dell’attuale canone (11 milioni di dollari) versato dalla Sias nelle casse di Ecclestone. L’Autodromo trema. Perché la concorrenza dei Paesi emergenti è sempre più pesante. Anche se c’è la consapevolezza che non di soli soldi può vivere il circus. Monza punterà sulla tradizione, sul suo fascino e sul gradimento ampiamente manifestato dai piloti. Sacrosanti. Ma è difficile pensare che possano bastare. Secondo il nuovo presidente Aci Milano, Ivan Capelli, «ci vuole pragmatismo e determinazione. Se l’Autodromo torna a essere interessante, gli accordi si chiudono con più facilità».