Monza – All’inizio degli anni Duemila l’architetto svizzero Mario Botta aveva “disegnato“ il futuro dell’autodromo immaginandoselo come uno stadio della Formula 1, con le tribune parte integrante di una scenografia che doveva avere il verde come protagonista. Quel progetto, però, è rimasto chiuso in un cassetto. Troppe polemiche, la politica col freno tirato. Niente da fare. Ma oggi quelle prospettive tornano in pista. Soprattutto perché lo pretende la Formula 1. L’autodromo centenario di Monza, altrimenti, non potrebbe competere con i nuovi e avveniristici circuiti del calendario mondiale. E così - al di là dei lavori in corso per allargare i sottopassi, costruirne uno nuovo e riasfaltare l’intero nastro d’asfalto entro fine giugno - il Tempio della velocità si prepara a entrare nel futuro con un progetto che, entro il 2026, porterà ad avere tribune come allo stadio, un attico alberato sui box e un tetto di pannelli solari.
Il primo passo sarà ottenere le autorizzazioni per “alzare” di un piano i box con un tetto apribile su una terrazza alberata e dotato di pannelli fotovoltaici che, alla vista aerea, richiameranno una bandiera a scacchi e che confermano l’attenzione alla sostenibilità del circuito. Sono interventi che, una volta approvati, verrebbero realizzati il prossimo anno. Mentre nel 2026 l’obiettivo di Aci Italia - che gestisce l’autodromo con la sua società Sias - è di mettere mano alle tribune, le vecchie strutture in tubi Innocenti, sostituendole con strutture più moderne e accoglienti, dotate di servizi igienici e punti ristoro.
Le prime a essere smontate e cambiate saranno quelle in fondo al rettilineo di partenza, nella zona interna della Prima Variante, per un totale di circa 6mila posti. Il disegno su come dovranno essere è stato affidato a Sportium, società del Gruppo Progetto CMR, specializzata nell’ideazione, progettazione e sviluppo di impianti sportivi di ultima generazione. "La tribuna, pensata come elemento di congiunzione tra il Parco e l’autodromo ha due elementi principali, la copertura e la facciata a lamelle – spiega Giovanni Giacobone, managing partner di Sportium –: le ali aperte degli uccelli in volo, che hanno ispirato gli alettoni delle macchine da corsa, sono riprese nella forma della copertura, mentre la facciata a lamelle, con andamento curvilineo, riveste la struttura delle tribune e al tempo stesso conferisce leggerezza e trasparenza all’insieme". Ma il progetto prevede una rivoluzione anche sotto i gradoni, ovvero gli spazi per il sotto tribuna e per gli sky box che, grazie all’utilizzo di moduli prefabbricati componibili, sono concepiti come organismi architettonici autosufficienti. "Questo approccio modulare, oltre a favorire la riduzione dei tempi e dei costi di realizzazione, consente di aggiungere, combinare o sottrarre elementi e, quindi, di modificare la capienza del circuito a seconda delle necessità", continua.
Tutti gli ambienti che compongono la tribuna sono progettati per essere accessibili a tutti e l’intera struttura sarà energeticamente autosufficiente grazie a un impianto solare termico anche per la produzione di acqua calda. Un progetto all’avanguardia che, però, al momento resta sulla carta. Aci sta completando il percorso di approvazione per ottenere le autorizzazione e per dare il via libera alla progettazione di dettaglio del primo set di tribune. "Siamo orgogliosi che la visione di Sportium per le nuove tribune dell’autodromo di Monza restituirà al territorio un edificio inclusivo, funzionale e a impatto zero con ridotti consumi e limitate emissioni di CO2, in linea con la roadmap europea verso la decarbonizzazione".