BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Autore Mediaset e sindaco a Burago Mandelli: "Trent’anni col Cavaliere"

Il racconto del primo cittadino azzurro, dall’incontro in gelateria davanti a un cono al pistacchio fino alla vita negli studi Tv con Mike Bongiorno, Sandra, Raimondo e l’onnipresente presidente.

Autore Mediaset e sindaco a Burago Mandelli: "Trent’anni col Cavaliere"

"Fra politica e lavoro ci siamo incrociati per 30 anni". Angelo Mandelli, sindaco di Burago e autore Mediaset, era un giovanissimo consigliere azzurro, quando poco dopo la discesa in campo del Cavaliere, nel 1994, incontrò Silvio Berlusconi per la prima volta.

"E non fu né al partito, né agli studi, ma in una gelateria ad Arcore davanti a un cono al pistacchio. Emozionato – racconta – farfugliai chi ero e lui si mise a parlare con me come si fa con un figlio. Senza nessun fastidio per l’intrusione. Anzi, era entusiasta. Mi chiese come andasse il Comune, quali problemi c’erano e anche come mi trovassi in redazione. Mi saluti Fatma, disse prima che ci lasciassimo", riferendosi a Fatma Ruffini, la donna che "lui scelse per rivoluzionare l’intrattenimento in tv e con la quale debuttai".

"Prima è arrivata la televisione, quando tornavo da scuola vedevo i programmi in tv, poi mi sono ritrovato a farli. E in secondo momento la mia candidatura, un impegno che non si è più interrotto. E lui c’entrava sempre".

A Mediaset "il presidente se ne era andato subito dopo aver scelto la scena pubblica, ma era come se fosse sempre lì: per questo non mi stupiscono le parole di oggi di Pier Silvio, “vi amava tutti uno per uno“, la lettera rispecchia esattamente il clima che ho sempre respirato in azienda".

Non tutti "parteggiavano per lui, il suo essere protagonista politico creò una certa divisione fra i colleghi, ma è sempre mancato a chiunque dal punto di vista professionale. Entrava in redazione, voleva sapere ogni cosa".

"Sono cresciuto anno dopo anno facendomi le ossa con i racconti di Sandra e Raimondo Vianello e Mike Bongiorno sugli inizi leggendari: fanno parte del mio bagaglio – ancora Mandelli –. Ho cominciato quando Giorgio Gori era direttore e i format di grandi programmi di successo in giro per il mondo venivano adattati al gusto del pubblico italiano: un bernoccolo per l’innovazione che il Cavaliere anche se lontano aveva lasciato in eredità". Sugli schermi in tutte le case negli anni scorrono così Stranamore, Re per una notte, Chi vuole essere milionario, Ok il prezzo è giusto, Caduta libera. "Ma gli scambi più divertenti fra noi sono stati quelli casuali – spiega il primo cittadino –. Una volta alla fine degli anni Novanta tornò a Mediaset per una visita e naturalmente incontrò i dipendenti, fra tutti venne verso di me e mi strinse la mano: gli altri rimasero a bocca aperta".

Un altro momento che dipinge l’uomo "è invece la raccomandazione paterna che mi fece prima di una foto ufficiale di partito durante una cena: avevo la giacca slacciata, mi sussurrò all’orecchio di sistemare il bottone senza che nessun altro sentisse, perché noi di Forza Italia davanti a un obiettivo dobbiamo essere impeccabili. Ma lo fece con una tale delicatezza che ne rimasi colpito". Piccoli episodi che "sono convinto racchiudono lo spirito di Silvio Berlusconi, quello stesso che è già un mito a Cologno Monzese: non c’era più da anni, ma era come se ci fosse e questo non valeva solo per conduttori o personaggi famosi, ma per tecnici, cameraman, nessuno escluso. Questo legame ha spinto tanti, me compreso a far prevalere l’affetto e la riconoscenza diventati fedeltà quando potevano esserci altre occasioni".

Barbara Calderola