STEFANIA TOTARO
Cronaca

Aziende “cannibalizzate” dalla ‘ndrangheta di Pioltello: chieste pene fino a 4 anni di carcere

L’inchiesta riguarda sette società operanti nell’edilizia, nella logistica e nella pulizia. La condanna più alta chiesta per Giovanni Maiolo, nipote del boss Cosimo Maiolo. La sentenza a gennaio

L'operazione contro le cosche

L'operazione contro le cosche

Vimercate (Monza Brianza) – Due richieste di condanna fino a 4 anni di reclusione con il rito abbreviato al Tribunale di Monza per l'inchiesta della Guardia di Finanza su 7 società operanti nei settori dell’edilizia, della logistica e delle pulizie, attive per un breve periodo, prima di essere abbandonate in stato di insolvenza, gravate di debiti erariali che non venivano saldati. E il denaro veniva monetizzato con prelievi giornalieri di contante presso gli sportelli bancomat da due prestanome, entrambi brianzoli e poi direttamente consegnati alle famiglia di ‘ndrangheta radicate a Pioltello.

La Procura di Monza ha chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per Giovanni Maiolo, 46 anni, nipote del boss Cosimo Maiolo, 58 anni (già condannato nella maxi inchiesta Crimine Infinito e poi a 13 anni anche nella recente indagine sui collegamenti tra clan e politica per le ultime elezioni comunali a Pioltello) in cui è stato condannato anche Giovanni Maiolo a 8 anni e 10 mesi. La pena di 2 anni e 4 mesi è stata invece chiesta per A.B., 47 anni, con dimora nel Vimercatese, ritenuto un prestanome insieme a D.T., 42 anni, la cui posizione è stata stralciata.

La sentenza del processo a gennaio. In un’operazione della Guardia di Finanza di Monza del marzo scorso Giovanni Maiolo era stato raggiunto dal provvedimento di custodia in carcere da detenuto, mentre i due presunti prestanome erano finiti agli arresti domiciliari. I finanzieri avevano anche sequestrato oltre 2 milioni di euro.