STEFANIA TOTARO
Cronaca

A 14 e 15 anni uccisero un pusher a coltellate: quinto processo per i baby killer di Monza

A dicembre si andrà per la seconda volta in Corte di Cassazione dopo le condanne e dubbi sulla loro salute mentale a causa dei disagi nella crescita e l'assunzione di droghe fin dalla pubertà

Omicidio Sebastiano, i due baby pusher

Omicidio Sebastiano, i due baby pusher

Monza, 6 novembre 2024 – Quinto processo per i due baby killer del pusher delle case popolari, che attendono liberi la sentenza definitiva dopo l'altalena di condanne e processi bis. A 14 e 15 anni, il 30 novembre 2020, la coppia di ragazzini ha inferto più di 30 coltellate a Cristian Sebastiano, 42 anni, di fronte alla sua abitazione popolare a Monza e gli ha rapinato una dose di cocaina.

Nel primo processo con il rito abbreviato il Tribunale per i minori di Milano li aveva condannati a 14 anni e 4 mesi di reclusione, pena poi confermata anche dalla Corte di Appello di Milano. In questa sede la difesa degli imputati aveva chiesto e ottenuto di approfondire la questione sulla presunta infermità mentale dei minorenni, dettata dalle condizioni disagiate di crescita personale e dall'abuso di sostanze stupefacenti fin dalla pubertà. La Corte di Appello aveva nominato un perito psichiatrico, che aveva concluso per una "largamente scemata capacità di intendere e di volere". Secondo i giudici di appello, invece, non risultavano comunque provate "compromissioni psicopatologiche" e avevano avallato la condanna.

Gli avvocati dei minorenni, Maurizio Bono e Renata D'Amico, avevano allora deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, che aveva annullato la sentenza e rimandato ad un secondo processo di appello, dove i due imputati sono stati nuovamente condannati. Niente 'sconto' per infermità mentale parziale e niente messa alla prova a svolgere lavori socialmente utili per estinguere i reati commessi come chiesto dalla difesa.

I due ragazzi sono stati nel frattempo scarcerati per la scadenza dei termini di custodia cautelare e torneranno eventualmente in carcere solo a sentenza definitiva. Ora i loro legali hanno deciso di presentare un'altra volta un ricorso alla Corte di Cassazione e il processo si terrà a dicembre.