DARIO CRIPPA
Cronaca

"Mio figlio, il bambino piuma nato due volte". Alessandro non pesava neppure mezzo chilo

Monia Scott, pseudonimo di una mamma di Agrate, racconta in un libro la sua esperienza: 3 mesi e mezzo nel reparto dei prematuri

Alessandro a 8 mesi e mezzo con la famiglia nel 2006

Monza, 7 novembre 2021 - Aveva già avuto un bambino sei anni prima ("Marco, la mia ancora di salvezza"). E quel nuovo maschietto in arrivo doveva essere una gioia in più. Poi, l’imponderabile. Rottura delle acque alla 24esima settimana (sono 40 in una gravidanza regolare). La corsa improvvisa in ospedale, il parto prematuro. Molto prematuro. "Quando è nato Alessandro, ero appena al quinto mese e mezzo di gestazione. Pesava 605 grammi. Dopo il calo fisiologico che hanno tutti i bambini, ne pesava appena 460". Una piuma. Lunga 25 centimetri e con una speranza di vita, a detta dei medici, del 20-30%.

"Fu un trauma". Non si nasconde la mamma, Monia Scott da Agrate Brianza (ma il nome è uno pseudonimo), che ha deciso di scrivere e pubblicare un libro (“Il coraggio della vita”), in prossimità della Giornata Mondiale della Prematurità, per raccontare i mesi più difficili, spaventosi, ed emozionanti della sua vita. Di una vita che riguarda, con i dovuti distinguo, 3.000 bambini ogni anno in Italia. Nascere prematuri, così prematuri, significa cominciare in salita. Davanti un’erta che può rivelarsi insuperabile. Le complicazioni in agguato sono terribili. "Alessandro è stato attaccato immediatamente a un respiratore. Ovviamente, così piccoli, i suoi organi non erano ancora completamente formati, non aveva un sistema immunitario, la nutrizione poteva avvenire soltanto in via parentelare, con un sondino naso-gastrico. Era sotto sedativi perché non soffrisse, non era pronto a vivere fuori da quell’ambiente protetto che è la pancia di una mamma. E poi…". E poi le complicazioni, si diceva. "Ebbe un’emorragia cerebrale, dovette essere sottoposto a due interventi chirurgici. La sua vita era un’incognita: non sapevamo se sarebbe sopravissuto e non sapevamo se avrebbe riportato conseguenze e forme di disabilità". Uno dei problemi più grossi è al cuore. "Si era riaperto il dotto di Botallo, un condotto vicino al cuore che resta aperto finché il bambino si trova ancora in utero e devia il flusso sanguigno verso i polmoni per permetterne lo sviluppo... Il dotto però si era riaperto e questo, oltre a mettere in crisi i polmoni, rubava sangue a tutti gli altri organi". La situazione precipitò rapidamente. "Anche l’intestino, forse l’organo più vulnerabile dei prematuri, era in grande sofferenza. In quelle condizioni era come se mio figlio – per fare un paragone – subisse un furto di sangue diretto agli altri organi. E i suoi organi senza nutrimento stavano andando in necrosi: dovette essere portato agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dove c’è un ottimo reparto di chirurgia neonatale". Comincia un drammatico viaggio della speranza. All’ospedale di Bergamo sono specializzati in questo genere di interventi, ma operare un bimbo così piccolo comporta rischi enormi. "Il primario la paragonò a un’operazione a cuore aperto su un uomo affetto da peritonite. Dopo ore interminabili, vicino al cuore di Alessandro venne impiantata una clip di titanio". Per fortuna andò tutto bene. Il bimbo tornò a Monza, per proseguire le cure. E crebbe. "Quando era nato, il reparto di maternità era ancora all’ospedale Vecchio". Il Reparto di terapia intensiva neonatale si trasformò nella casa del piccolo Alessandro. E dei suoi genitori. Come entrare in una stazione spaziale ... "...in cui bisogna igienizzarsi e bardarsi per non portare microbi. Il beep-beep continuo dei saturimetri che verificano in tempo reale la respirazione dei piccoli nelle incubatrici. Le trasfusioni di sangue. Terapia intensiva e post intensiva, i tre mesi e mezzo che avrebbe dovuto trascorrere nella pancia, Alessandro li passò nelle incubatrici dell’ospedale San Gerardo”. Come ne siete usciti? "Bene, mio figlio ha soltanto qualche difficoltà a livello di scrittura e lettura che sta sistemando piano piano con sedute di logopedia e psicomotricità. Frequenta una scuola per panificatori, ha 15 anni: è un guerriero". Perché questo libro? "Il libro nasce dall’esigenza di buttare alle spalle questa esperienza e allo stesso tempo di fissarla, per aiutare altri genitori che si siano trovati nella nostra situazione. Perché quando si partorisce un prematuro, ci si ritrova soli: la gente non conosce questa realtà, spesso reagisce scioccata e spaventata, non capisce. Scrivere è stata una forma di psicoterapia". Ci sono voluti diversi anni: suo figlio nacque nel 2006. "Ho lasciato decantare questo travaglio, l’ho tirato fuori ora che ne siamo usciti. Anche per aiutare l’associazione Intensivamente Insieme, nata al San Gerardo fra chi si trovava in questa situazione. genitori, medici, infermieri e che ha sempre fornito un valido supporto. Volevo essere di aiuto psicologico e pratico anche io". Nel frattempo all’ospedale di Monza molte cose sono cambiate. Sono nate le Single Family Room, per consentire un contatto più stretto e comodo fra i piccoli prematuri bisognosi di una elevata intensità di cura e la loro mamma. "Una cosa è sempre rimasta la stessa. Ho trovato sempre un’umanità eccezionale, sia da parte degli infermieri che dei medici. Una vera famiglia". In Tin purtroppo si vedono tanti bambini morire, ma anche tantissimi che tornano alla vita. "Vorrei che questo libro, i cui proventi sono interamente destinati all’associazione Intensivamente Insieme, possa dare una mano. Si può fare qualcosa anche semplicemente devolvendo il 5x1000 all’ODV Intensivamente Insieme (codice fiscale 94633480150)". Il libro, la cui pubblicazione è realizzata in collaborazione con l’associazione Intensivamente Insieme dell’ospedale San Gerardo di Monza, si trova su Amazon, in libreria e in forma e-book. In previsione della Giornata Mondiale della Prematurità, il 13 novembre Intensivamente Insieme organizza una mattinata di festa. Con tanti bambini, alcuni ormai ragazzi, che ce l’hanno fatta. E ovviamente i loro genitori. Tutti piccoli e grandi eroi di questa avventura straordinaria. Il ritrovo è alle 10 alla Casa del volontariato in via Correggio 59. Ci saranno laboratori per bambini e merenda. Per prenotarsi, scrivere a info@intensivamenteinsieme.it.