Bernareggio, quattro condanne per la sparatoria

Cinque anni di patteggiamento per L.A., 33 anni di Missaglia

Sparatoria a Bernareggio

Sparatoria a Bernareggio

Berareggio (Monza), 19 giugno 2015 -  Quattrto condanne per la sparatoria per vendicare i cognati picchiati. La sera del 17 maggio 2014, qualcuno spara sei colpi di pistola contro un uomo. Un proiettile passa a pochi millimetri dallo zigomo di Vicenzo C., 44 anni e qualche precedente con la giustizia. Per quell’attentato ora è arrivata la resa dei conti con la Giustizia. Ieri al Tribunale di Monza ha patteggiato una pena di 5 anni di reclusione L.A., 33 anni, di Missaglia (Lecco), ritenuto l’esecutore materiale del tentato omicidio commesso per vendicare i cognati, C.C., 23 anni di Bernareggio, che è stato condannato con il rito abbreviato a 3 anni e 2 mesi di reclusione e il fratello 17enne, condannato dal Tribunale dei minori di Milano a 4 anni e mezzo di reclusione, mentre a 2 anni e mezzo è stato condannato A.R., autista e proprietario dell’auto che ha accompagnato il vendicatore dal Lecchese a Bernareggio per l’agguato a colpi di pistola. L.A. e C.C. erano stati arrestati nel dicembre scorso dai carabinieri della Compagnia di Vimercate, che avevano ricostruito la vicenda nata nell’ambito dell’ambiente dello spaccio di droga e della criminalità locale. I militari hanno scoperto che, la sera del regolamento di conti, davanti a un bar di Bernareggio la vittima dell’attentato aveva litigato con i due fratelli, conosciuti dai carabinieri per vicende legate alle gang giovanili e alla droga. Durante la rissa il più grande dei fratelli era andato a prendere in macchina una scacciacani e aveva sparato (a salve) per intimidire l’uomo. Poi l’aveva colpito con il calcio della scacciacani. Vincenzo C., però, era riuscito ad avere comunque la meglio sui fratelli. I due erano scappati in auto. Alle 23.30 era scattata la spedizione punitiva con l’aiuto del cognato, il 33enne residente a Missaglia, pluripregiudicato. Stavolta i proiettili erano veri. Vincenzo C. era affacciato al balcone di un vicino di casa, in via Caboto, quando dalla strada alcune persone in macchina gli sparano per sei volte. Un colpo gli sfiora il viso: qualche millimetro ancora e lo avrebbe ucciso. Riesce a schivarlo solo per un riflesso che lo spinge istintivamente a girare velocemente la testa. Ricoverato in ospedale, se la cava con un graffio. I carabinieri si mettono sulle tracce del vendicatore, nella cui abitazione a Missaglia avevano trovato la pistola usata per commettere la spedizione punitiva.