"Beta deve ritirare il licenziamento"

La Fiom Cgil e le Rsu interne chiedono il ritiro del licenziamento e un tavolo di confronto con Beta Utensili di Sovico, in difesa di una dipendente con malattia professionale. Sciopero e presidio davanti allo stabilimento.

"Beta deve ritirare il licenziamento"

La Fiom Cgil e le Rsu interne chiedono il ritiro del licenziamento e un tavolo di confronto con Beta Utensili di Sovico, in difesa di una dipendente con malattia professionale. Sciopero e presidio davanti allo stabilimento.

"L’azienda deve ritirare il licenziamento e aprire un tavolo di confronto col sindacato". Niente passi indietro per la Fiom Cgil e per le Rsu interne, decise a dare battaglia di fronte all’annunciata intenzione della Beta Utensili di interrompere il rapporto di lavoro con una dipendente, in ditta da oltre vent’anni, delegata sindacale Fiom e che si è vista riconoscere dall’Inail una malattia professionale che l’ha resa incompatibile con le mansioni fin qui svolte.

Ieri mattina, fuori dai cancelli dello stabilimento di via Volta, si è tenuto uno sciopero con assemblea e presidio davanti all’impresa, a cui hanno preso parte una trentina di lavoratori. La richiesta è quella del ritiro della procedura di licenziamento e l’apertura di un tavolo di confronto sulle politiche occupazionali all’interno della storica ditta di Sovico, leader in Europa nella produzione di utensili e attrezzature da lavoro per i settori della meccanica, della manutenzione industriale e dell’autoriparazione. Per la Fiom la chiusura del rapporto con la lavoratrice è stata "una decisione unilaterale e senza confronto" dell’azienda. Per la Beta invece una necessità arrivata, suo malgrado, dopo aver valutato per 7 mesi lo spostamento della dipendente in altri reparti, compatibili con le sue condizioni, ma senza aver trovato soluzioni idonee per ricollocarla. "Abbiamo tenuto un’assemblea e un presidio con i lavoratori per spiegare le motivazioni di questa mobilitazione – dice Claudio Rendina, segretario della Fiom Cgil Monza Brianza –. La partecipazione è stata buona, considerato che l’iniziativa è stata organizzata in tempi rapidi".

"La questione di fondo resta aperta, attendiamo una convocazione da parte dell’azienda per avere un tavolo di confronto, che si ritiri la procedura di licenziamento e si trovi una ricollocazione per la lavoratrice. Lei è la punta dell’iceberg, perché ha limitazioni fisiche, ma la preoccupazione è che altri posti siano a rischio in questo momento: l’impresa, prendendola alla larga, ha fatto capire che, con il mercato in sofferenza, gli investimenti in automazione e nuovi macchinari potranno mettere in discussione posti di lavoro". "Beta a Sovico ha più di 300 dipendenti, quest’anno il fatturato sta aumentando: non possiamo pensare che l’unica soluzione davanti all’automazione sia il licenziamento – continua Rendina –. Per la dipendente in questione ci vorrebbe una riqualificazione professionale: un’azienda che ha 100 anni non può usare il licenziamento come strumento di gestione dei problemi. Proveremo a interpellare anche le istituzioni Intanto anche lo stabilimento Beta di Castiglione d’Adda ha deciso di scioperare per solidarietà".

Fabio Luongo