di Cristina Bertolini
Cantiere abbandonato da mesi, il Comune giudica la ditta appaltatrice inadempiente e rescinde il contratto. Accade alla biblioteca di Cederna, in via Zuccoli, dove da luglio il cantiere è lasciato in balìa di se stesso, con porte aperte e senza serramenti di protezione.
Il caso è stato sollevato dall’interrogazione dalla consigliera comunale Francesca Pontani. Come risposta, l’assessore Simone Villa ha spiegato che da fine giugno l’impresa Manutenzioni srl aveva interrotto il cantiere, abbandonandolo ai primi di luglio. Venerdì scorso l’assessore Villa e il collega Pierfranco Maffè hanno fatto un ultimo tentativo di incontrare l’impresa sul sito, ma nessuno si è presentato. "Non ci sono motivi che impediscano la prosecuzione - puntualizza Villa - né riserve, né imprevisti, né carenze progettuali. Le imprese sanno che la procedura per la rescissione del contratto e la riassegnazione degli appalti pubblici è farraginosa e a volte assume atteggiamenti ricattatori. Noi non intendiamo accettarli, perciò da oggi procediamo alla rescissione. Pagheremo i pochi lavori eseguiti (rimozione infissi e vespai) e per il resto chiederemo le penali".
Il contratto era stato firmato il 10 dicembre 2020 per l’efficientamento energetico e ristrutturazione biblioteca di via Zuccoli. Il tempo utile per ultimare tutti i lavori era di 210 giorni dalla consegna lavori. Importo a base d’asta 348mila euro, più 11.800 di oneri di sicurezza. Il corrispettivo finale pattuito con l’appaltatore era di 264mila 892 euro più Iva. Poi il piano di lavoro è stato revisionato il 20 luglio, spostando il termine a fine settembre 2021 per questioni legate all’emergenza Covid.
Costernato l’assessore Villa: "Per la riassegnazione dei lavori al secondo classificato ci vorranno un po’ di mesi - dice - non prima dell’estate. Ma diversamente saremmo andati incontro a una sequela di scuse e i lavori non sarebbero ripresi. In un Paese di buon senso, per lavori di modico importo, bisognerebbe rendere obbligatorio che i partecipanti alle gare siano o del territorio o con sede operativa in loco, quindi conosciuti".
"Intanto il quartiere rimarrà a lungo senza biblioteca, né luogo di aggregazione giovanile" osserva Francesca Pontani.