CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Boccaccio sgomberato Rischio crolli e amianto Il centro sociale cacciato dalla tempesta

Da due anni occupava abusivamente l’ex deposito dei bus in via Timavo. Il maltempo ha danneggiato le palazzine e scoperchiato i tetti. La Questura riconsegna l’area al proprietario per la messa in sicurezza.

Boccaccio sgomberato Rischio crolli e amianto Il centro sociale cacciato dalla tempesta

di Cristina Bertolini

e Marco Galvani

Non ci è riuscita la Procura che aveva chiesto il sequestro dei capannoni occupati. Non ce l’hanno fatta nemmeno il sindaco e le proteste dei vicini di casa. Ci ha pensato la tempesta dei giorni scorsi a sfrattare il centro sociale Foa Boccaccio dall’ex deposito di autobus al civico 12 di via Timavo. Vento e grandine hanno pesantemente danneggiato le palazzine dell’area occupata abusivamente da due anni. Ieri mattina all’alba la polizia ha sgomberato l’area, trovando all’interno soltanto una persona che è stata allontanata. Impossibile tollerare quell’occupazione. Già venerdì scorso i vigili del fuoco di Monza e gli uomini della Digos avevano effettuato un sopralluogo constatando il rischio di crollo delle strutture ed eseguito l’esame preliminare ai materiali scoperchiati del tetto, riscontrando la presenza di “crisotilo”, ovvero l’amianto bianco. Dopo quella ricognizione è stata immediatamente convocata in Questura la proprietà per avviare gli interventi di messa in sicurezza dell’area ed eliminare i rischi. Poi ieri mattina è scattato il blitz.

Alle 5.45 gli agenti della Questura hanno fatto accesso nell’area di via Timavo proprio per consentire ai proprietari gli interventi di messa in sicurezza “sussistendo concreti pericoli di crollo delle strutture, oltre che il rischio di contaminazione da fibre di amianto“. Infatti, a seguito delle negative condizioni metereologiche che hanno imperversato la scorsa settimana sulla Brianza, nella mattinata di lunedì veniva accertato come alcuni degli edifici all’interno dell’area occupata, a causa del maltempo, avevano subito gravi danni strutturali con scoperchiamento e compromissione dei tetti. Quelli che, invece, gli antagonisti del Boccaccio considerano solo "pretestuosi motivi di sicurezza" per mandarli via. Tanto che immediatamente dopo lo sgombero, hanno subito chiamato a raccolta i sostenitori organizzando un corteo di protesta per le vie della città. Ieri sera si sono ritrovati in piazza Castello per ribadire che "le risposte non si faranno attendere".

Come, del resto, ormai fanno da vent’anni, dalla prima occupazione all’ex Macello. Con una lunga serie di raid negli edifici abbandonati (pubblici e privati) di Monza. È toccato all’ex tintoria De Simoni in via Boccaccio dove è nato ufficialmente il Foa (Fabbrica occupata autogestita). Lo sgombero e una manciata di mesi dopo una nuova occupazione, fino a luglio 2008. Da lì un braccio di ferro tra occupazioni e sgomberi, da uno stabile dismesso in via Arnaldo da Brescia, dall’ex cinema Apollo, dalle palazzine in via Aspromonte e via Durini. Fino allo Stadio Mauro. Lo storico impianto sportivo dove un tempo si allenava la Primavera del Monza e poi, nel recente passato, il Verga Triante. Fino all’abbandono completo nel 2010. Ne hanno approfittato i ragazzi del Foa Boccaccio che nell’ottobre del 2011 hanno iniziato un’occupazione abusiva capace di resistere anche alle denunce della proprietà (la Figc). Si sono proclamati padroni di casa e sono rimasti finché la Figc non ha venduta lo stadio al Cai di Monza che lì ha appena inaugurato la Casa della Montagna. Da due anni il Boccaccio era diventato l’incubo dei vicini di casa di via Timavo. Fino a ieri mattina. Fino alla prossima occupazione abusiva in qualche area dismessa della città.