Monza - “Sotto cassa come sulle barricate”. Una scritta colorata e un po’ goliardica è tutto quello che rimane – almeno per il momento – sotto gli occhi attenti degli agenti della Questura di Monza. Tutto il resto è silenzio. Il Centro sociale Boccaccio è stato sgomberato all’alba di ieri. Le forze di polizia, coordinate dalla Prefettura, hanno scelto in maniera accorta come operare: in pieno luglio, quando potevano immaginare che dentro non ci fosse nessuno o quasi. Perché anche gli antagonisti vanno in ferie. E attorno sono soprattutto campi, qualche sparuta azienda, una chiesa pentecostale, poche casette. È così da ieri il Centro sociale non ha più la sua sede – occupata abusivamente da dieci anni – in via Rosmini 11. Prima lì c’era lo stadio Mauro usarto dall’Ac Verga Triante, abbandonato prima di essere occupato dal 2011 dai giovani antagonisti brianzoli. L’operazione, coordinata dalla Prefettura, ha visto in azione gli agenti della Questura di polizia supportati da carabinieri e agenti della polizia locale.
Gli uomini agli ordini del vicequestore Giuseppe Vozza non hanno dovuto faticare più del dovuto: dentro la struttura c’erano soltanto due persone, un algerino sui trent’anni (con il permesso di soggiorno scaduto) e un italiano sulla cinquantina. Che sono stati identificati, portati in Questura per accertamenti (avevano entrambi precedenti di polizia) e denunciati a piede libero per il reato (permanente) di occupazione abusiva. Intanto sul posto sono arrivati a dare un’occhiata alla chetichella un altro paio di attivisti del Foa, mentre i fabbri chiamati dai legittimi proprietari dell’area provvedevano a sigillare gli ingressi della struttura. Da lavorare c’è stato verso sera. Gli antagonisti non potevano certo rimanere con le mani in mano. E si sono organizzati, allestendo un corteo di protesta per le 19.30 di ieri. Più di 250 i giovani manifestanti e traffico paralizzato dal cordone di sicurezza organizzato dalle forze dell’ordine attorno a piazza Castello. a "La FOA Boccaccio 003 di Monza - l’annuncio in un comunicato - è stata sgomberata in queste ore. Ogni occupazione sa che il tempo a disposizione può finire: il nostro collettivo è già passato attraverso 10 sgomberi e altrettante rioccupazioni, senza mai nessun compromesso o accordo.
Nello spazio sgomberato oggi, il campo sportivo di Via Rosmini, eravamo entrate nel 2011. Vogliamo rispondere immediatamente all’attacco. Per questo già stasera chiamiamo un corteo: h 19.30 in Piazza Castello/Binario 7 (dietro la stazione) a Monza". Soddisfazione invece ha espresso ieri la sezione monzese del Cai per bocca del suo presidente Mario Cossa, che ieri ha assistito alle operazioni di sgombero: "Finalmente il Cai potrà entrare in possesso dell’area di sua proprietà, ora puliamo e risistemiamo tutto". Il Cai, presente a Monza dal 1899 e attualmente con un’ottantina di soci, attendeva da tempo una sede definitiva. L’ultima era in un seminterrato in via Cederna. Dal 2009 l’acquisto del vecchio campo di via Rosmini, in mente un progetto per realizzare fra le altre cose una parete da arrampicata e una biblioteca della montagna.