
Adriana Geppert, sindacalista della Fiom-Cgil Brianza, sta seguendo il caso
Arcore, 19 marzo 2025 – Tecnici e ingegneri si erano trasferiti in Brianza otto mesi fa da Imola per cominciare una nuova vita. Ma adesso l’azienda “li considera esuberi e in un lasso di tempo così breve si sono ritrovati dall’essere una risorsa a sentirsi un peso”.
Licenziamenti inaccettabili per i sindacati che chiedono a Borgwarner Morse System Italy di ritirare la procedura aperta per i 39 lavoratori, 12 dei quali nella sede di Arcore, gli altri in Emilia Romagna.
Dovevano progettare e far ricerca per le colonnine elettriche, un business da aggiungere a quello tradizionale di produzione di catene di distribuzione per autoveicoli, considerato il futuro “e invece già esaurito”.
Copione già visto
“Siamo davanti alle solite strategie sbagliate delle multinazionali, ma alla fine a pagarne il conto è il personale che si ritrova in mezzo alla strada – dice Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza -. Qui c’è un’aggravante: sono stati loro a settembre a chiedere ai dipendenti di lasciare casa per venire qui e oggi decidono di chiudere il ramo d’azienda e di rispedirli chissà dove”.
“Inaccettabile – aggiunge Gloriana Fontana della Fim-Cisl provinciale -. La preoccupazione per un gruppo che in così poco tempo cambia idea sulle proprie scelte non fa stare tranquillo nessuno dei dipendenti”.
Dalle stelle...
La trattativa è in corso. “A oggi le proposte di ricollocazione interna riguardano solo alcuni e non sono sempre coerenti con le professionalità in gioco – ancora le sindacaliste -. Senza contare che l’intera operazione si svolge in un clima di totale sfiducia nei confronti di un’impresa che da ottobre a oggi è passata da avviare un attività presentandola come asset di sviluppo alla cessazione. Oltre a chi ha traslocato, c’è anche chi ha lasciato posti a tempo indeterminato per seguire il progetto di Borgwarner e ora si ritrova con un pugno di mosche in mano”.
Oggi, mercoledì 19 marzo, si terrà un incontro fra le parti e se non si faranno passi avanti “metteremo in campo tutte le iniziative di mobilitazione utili per trovare una soluzione dignitosa ai licenziamenti a partire da 4 ore di sciopero proclamate per le attività toccate dalla chiusura in concomitanza del tavolo”. “Gli incentivi per eventuali uscite volontarie sono insufficienti, c’è parecchia strada da fare anche in questa direzione”. Senza fumata bianca, “non ci fermeremo”.