Lo sciopero sblocca la situazione e fa ingranare la retromarcia a Bosch: stop ai licenziamenti in Edim, pezzo di pregio dell’automotive brianzolo.
Ieri, la fumata bianca al termine di un incontro agli Industriali a Belluno, anche il sito di Quero è coinvolto nella procedura, ma il grosso della partita era alla storica fonderia di Villasanta: 90 posti da tagliare secondo il colosso tedesco, prima del ripensamento.
"Il cambio di passo è frutto della lotta dei lavoratori", sottolinea Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza.
Ora, si apre la trattativa sugli ammortizzatori sociali e un percorso di formazione e ricollocamento per chi sceglierà l’uscita volontaria incentivata.
Il negoziato è partito da posizioni opposte, i manager Edim all’avvio del tavolo hanno ribadito "il grave momento di difficoltà" e la "necessità di intervenire con una riduzione del personale per rendere l’azienda più competitiva sul mercato".
I sindacati, presenti anche Fim e Uilm, si sono opposti "a ogni soluzione unilaterale da parte di Bosch" e hanno messo sul piatto "la disponibilità ad avviare un confronto con l’obiettivo di salvaguardare l’occupazione e le prospettive industriali nei due siti, in Brianza e in Veneto".
Sforzi suggellati da una dichiarazione finale condivisa che "prospetta un altro orizzonte", sottolineano i metalmeccanici.
A stretto giro si terrà un nuovo faccia a faccia fra le parti impegnate a mettere a punto il rilancio di Edim.
Si ferma qui l’odissea del polo villasantese passato al colosso tedesco nel 2017, dopo l’avvicendarsi di diverse proprietà. Proprio quando sembrava arrivata la parola fine, si era fatta avanti Bosch e il vento era girato.
Fino all’annuncio choc di metà novembre: "La pressofusione non rientra più nel nostro business", aveva spiegato il management ai sindacati annunciando una nuova sforbiciata agli organici in vista della vendita.
Numeri calati nel frattempo per via di procedura di prepensionamento già aperta. A Villasanta "i 120 esuberi si sono ridotti a 90". "Cifre inaccettabili" per Fim, Fiom e Uilm che per l’ex Albertini avevano annunciato l’immediata richiesta di aiuto al ministero. Ma non ce ne è stato bisogno, la fonderia di lavorazioni meccaniche, gioiello della catena dell’automobile, ha ancora un futuro.