
Amedeo Padovani (Vismara)
Bovisio Masciago, 31 luglio 2017 - Ben cinquecentoquaranta pezzi incollati in maniera certosina per ricreare in legno un poliedro e rendersi conto così, tenendolo in mano, cosa intendeva Leonardo da Vinci quando nei suoi studi matematici si cimentava con la «Divina proporzione». Di figure geometriche, Amedeo Padovani, classe 1944, artigiano e falegname di professione fino a qualche anno fa, ora in pensione, ne ha ricreate 37 nell’arco di poco più di tre anni. L’idea gli è venuta sfogliando una rivista su cui era riprodotto in foto uno dei solidi regolari disegnati da Leonardo. Da lì Padovani ha iniziato a documentarsi, studiando tutti e 60 i disegni del genio di Vinci che già tra il 1496 e il 1498 furono definiti «supreme e leggiardrissime figure». «Purtroppo – precisa Padovani – sono riuscito a realizzarne solo 37. Nonostante le mie ricerche non sono ancora riuscito a trovare i disegni di tutti gli altri solidi». Ricreati alla perfezione in legno, con tasselli di ebano, palissandro, pero, acero, noce, ulivo e perfino zebrano, un legno decorativo proveniente dall’Africa, Padovani mette a disposizione il suo «patrimonio» artistico, costituito dall’armonia di solidi non solo di Leonardo ma anche di Archimede, a chi voglia avere nella propria collezione un pezzo unico. Come era già successo per Villa Olmo, seimila pezzetti di legno, completamente assemblata con pezzi di acero, pero e noce canaletto, costruita tra il 2003 e il 2004, in miniatura, copia perfetta dell’originale e venduta ad un imprenditore di Bovisio Masciago.
Ma sono tanti i capolavori di minuteria nella casa di via Asiago: esagoni, pentagoni e triangoli, vasi, vassoi e palloni, rigorosamente in legno, riproduzioni di strumenti da lavoro, come il tavolo da falegname o la bindella, perfettamente funzionante, fino ai quadri in legno e alle croci. E proprio sulla croce in legno Padovani racconta un aneddoto particolare: «Ho realizzato la prima – racconta il pensionato che ha iniziato a lavorare il legno all’età di 11 anni – mettendo insieme pezzi di legno a forma di esagono. Dopo sei ore di lavoro e contando i pezzi incollati, mi sono reso conto che erano 33, come gli anni di Gesù quando è morto. Una strana coincidenza».
Sono le ville però il vero patrimonio artistico di Amedeo Padovani, apprezzate e ammirate in ogni parte della Brianza, anche da autorità del panorama politico e religioso. «Il mio primo progetto è stato quello di Villa Olmo a Como – continua Padovani – Sono lavori che non mi pesano, anzi nel mio laboratorio mi rilasso e non mi accorgo del tempo che passa». Un lavoro che non ha prezzo, come la realizzazione di Villa Tittoni Traversi di Desio, per cui ci sono voluti tre anni, poi villa Almerico Capra Valmarana di Vicenza, più nota come «Rotonda del Palladio». A riconoscimento dell’alta professionalità e maestria, l’Unione Artigiani, qualche anno fa, ha insignito Padovani del titolo di «artigiano benemerito» per i suoi 50 anni di attività.