Brugherio (Monza e Brianza), 18 ottobre 2022 - Tutto era cominciato dal gatto. Un micetto che era il loro amore e per osservarne le evoluzioni,e magari farci sopra una risata, lui l’aveva convinta a mettere una telecamera nella sua abitazione. Ma era un inganno. Perché a lui interessava soltanto controllare la “sua” donna. Verificare chi potesse vedere o incontrare, visto che ancora non convivevano. Origliare le sue conversazioni telefoniche. Ossessionato dalla volontà di controllo, era arrivato a impedirle di frequentare i suoi parenti e amici. Le aveva messo sotto controllo i social, si era inserito e le aveva cambiato gli account per poterla sorvegliare anche on line. E quando lei, estenuata (e schiaffeggiata), aveva preso in considerazione l’ipotesi di interrompere la relazione, era arrivato alla bestialità più grande: aveva minacciato di diffondere una fotografia scattata nell’intimità facendola arrivare a parenti, conoscenti, colleghi di lavoro della donna. Fino a quando non sono arrivati i carabinieri di Brugherio, che hanno fermato tutto.
La relazione era nata due anni fa: lui, 52 anni, un normalissimo lavoro come impiegato; lei, più o meno la stessa età. Nessun figlio. Nel corso della relazione, l’uomo inizia ad assumere atteggiamenti di smodata gelosia, imponendo alla compagna di scegliere fra lui e le sue amicizie, fino a impedirle di frequentare la sua stessa famiglia d’origine. I due ancora non convivono, ognuno sta nella propria abitazione. E allora lui, per avere un costante controllo sulla donna, si “inventa” la necessità, o forse il gioco, di installare una videocamera per il gatto. In soggiorno, per monitorare ogni movimento della donna a sua insaputa e per ascoltre le sue conversazioni telefoniche. Quando lei capisce le sue reali intenzioni, litiga e stacca lei stessa la telecamera. Ma lui non si arrende, e dopo un po’, la rimette al suo posto, ma questa volta di nascosto. Intanto, era entrato nei suoi account, per controllarla anche su internet, sui social, sulla posta elettronica.
La situazione di violenza psicologica esplode in una lite furibonda al termine della quale lui la schiaffeggia. La goccia fa traboccare il vaso e la donna annuncia di voler porre fine alla relazione. E qui l’uomo alza decisamente il tiro. Passando alle minacce. Se non fosse “rientrata all’ovile”, avrebbe inviato una foto che la ritraeva in atteggiamenti intimi ai contatti personali e persino lavorativi della donna. A porre fine a tutto questo, l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Monza, che raccolta la denuncia della donna, ricostruscono la vicenda. Ascoltano i testimoni, osservano, pedinano, raccolgono gli elementi necessari per ricostruire il quadro indiziario, permettendo alla Procura della Repubblica di Milano di richiedere con tempestività una misura cautelare che desse concretezza alla denuncia. I carabinieri della Stazione di Brugherio hanno eseguito negli scorsi giorni nei confronti dell’uomo l’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Milano su proposta della Procura, del divieto d’avvicinamento a meno di 500 metri dai luoghi frequentati dalla donna: il compagno, ormai ex, dovrà rispondere dei reati di atti persecutori, interferenze illecite nella vita privata e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. Una perquisizione ha fatto intanto rinvenire dispositivi elettronici e account che l’uomo avrebbe usato per realizzare le condotte contestate. Il materiale è stato sottoposto a sequestro in attesa di ulteriori accertamenti.
Durissime le parole del Gip contenute nell’ordinanza: "Una vera e propria persecuzione" nei copfronti della donna, con atti "lesivi della sua dignità e reputazione, oltre che riservatezza", che l’avevano costretta a modificare profondamente le sue abitudini di vita, causandole un forte timore per la propria incolumità.