Brugherio (Monza Brianza), 8 agosto 2020 - Ha soffocato la moglie a mani nude. Si è pentito, si è fermato e ha vegliato tutta la notte nella speranza che la donna si potesse ancora riprendere. Poi, all’alba, quando si è reso conto che le cose si stavano mettendo drammaticamente male, ha telefonato alla nipote. «Vieni cara, la nonna sta male». Ma ormai c’era poco da fare. Rosalba Teresa Rocca, 86 anni, aveva pochi giorni di vita davanti a sé. Non più di tre. E infatti si è arresa nella tarda serata di giovedì. Suo marito Giuliano Bonicalzi, 80 anni, ha confessato ed è stato arrestato ieri pomeriggio: dovrà ora rispondere dell’accusa di omicidio volontario.
Riavvolgiamo il nastro. È la mattina del 4 agosto. Il nonno, nella chiamata alla giovane parente, parla di una caduta in casa. È lei a chiamare immediatamente i soccorsi. Un’ambulanza trasporta l’anziana in ospedale a Vimercate, in condizioni disperate. Ore di attesa e di speranze sempre più fievoli. Intanto però la macchina delle indagini si è già messa in moto. Gli operatori sanitari, ai quali l’anziano aveva spiegato che la moglie - affetta da gravi patologie fisiche e mentali - era scivolata battendo la testa, capiscono abbastanza rapidamente che non era andata così. I segni sul corpo dell’anziana dicono altro. Raccontano che la donna è stata strangolata, probabilmente a mani nude. Tecnicamente, si trova in quelle condizioni per una compressione meccanica esterna.
Una perizia immediatamente richiesta dal sostituto procuratore Michele Trianni lo conferma. Le indagini dei carabinieri della Stazione di Brugherio fra parenti e conoscenti, nel frattempo, delineano meglio il quadro e fanno accendere i fari sul marito. E così, quando tre giorni più tardi la donna muore senza mai riprendersi, il gip di Monza - che ha già pronta un’ordinanza di custodia cautelare per il marito - fa scattare gli arresti domiciliari. Nella sua modesta ma elegante villetta ad un piano alla periferia di Brugherio. Del resto l’uomo, incensurato e che non è mai stato denunciato per maltrattamenti in famiglia, viene ritenuto dagli inquirenti tutt’altro che pericoloso: tanto più dopo che, sottoposto a lunghi interrogatori, ha intanto già confessato: «Sono stato io». La nipote gli è sempre accanto, anche ieri, nelle drammatiche ore dell’arresto, quando alla porta si presentano i carabinieri.
Sul movente che ha spinto l’ottantenne a strangolare la moglie sarà forse lui stesso a fornire chiarimenti, ma è già materia del processo. Nelle prossime ore sarà effettuata un’autopsia, ma ormai si tratta soprattutto di formalità. L’unica certezza sono le difficili condizioni mentali e motorie in cui versava la donna, che da tempo si spostava solo su una carrozzina.