Sono iniziati i lavori di restauro dei pavimenti della sala degli Arazzi della Villa Reale. Dieci anni di passaggio di visitatori avevano reso l’intervento non più rimandabile. Ma il recupero conservativo interesserà anche le sale del Trono e degli Uccelli. Alla visita sarà interdetta di volta in volta solo la sala direttamente coinvolta, quindi al momento quella degli Arazzi. Gli affezionati della Reggia di Monza avranno ugualmente accesso. D’accordo con l’azienda incaricata, Luca Quartana Restauro opere lignee di Milano (tra le più qualificate in Italia), la porta della sala con i lavori in corso sarà lasciata aperta per permettere al pubblico di osservare i lavori che proseguiranno per un paio di mesi, fino a marzo. Al termine la stessa azienda assicurerà la manutenzione e le cure ordinarie necessarie. Il progetto prevede l’intervento su 72 metri quadrati di pavimento nella Sala degli Arazzi, 98 metri quadri nella Sala del trono e altri 74 nella Sala degli uccelli. Costo complessivo, 36.600 euro. Si comincia con la pulitura per rimuovere polveri, particelle atmosferiche e detriti inerti dalle superfici calpestabili e nelle intercapedini sotto le solette di sostegno dei pavimenti.
Un lavoro di cesello con un apposito bisturi permetterà di rimuovere stuccature debordanti, incrostazioni e sgocciolature. Sarà necessaria anche una disinfestazione mirata, per impedire la proliferazione di insetti volanti ghiotti di legno, naturalmente proteggendo i pavimenti con teli appositi in materiale plastico multi barriera. Speciali biocidi verranno applicati sulle superfici decorate calpestabili, interessate dagli attacchi degli insetti, come nelle intercapedini e nelle assi di sostegno. Quindi si passerà al consolidamento, ristabilendo la coesione e l’adesione tra rivestimento e supporto nelle zone dove le tessere del pavimento fossero parzialmente staccate, mediante pressione calibrata per riaccomodare le preziose strutture in legno, senza danneggiarle. Si tratta di un lavoro da chirurgo, per riportare i pavimenti del re al suo antico splendore. Con speciali aghi a cannula che vanno in profondità, bisognerà consolidare il legno dei rivestimenti e dei supporti, entrando in profondità nelle zone che accusano maggiormente l’erosione e gli effetti del tempo. Per far aderire il rivestimento ligneo esterno parzialmente staccato dal supporto sottostante verrà infiltrata una sostanza adesiva idonea, ma che sia compatibile con l’adesivo di origine animale impiegato tre secoli fa nella posa, applicando poi appositi pesi localizzati per assicurare l’adesione. Il tempo ha deformato irrimedibilmente alcune piccole porzioni dell’intarsio che perciò andranno corrette a mano, per essere sicuri di collocare al millesimo le parti che si sono staccate. Seguirà la raschiatura preparatoria del supporto per reinserire porzioni di rivestimento. I piccolissimi pezzetti d’intarsio rimossi e sanati verranno reinseriti e reincollati.
I visitatori, sulla soglia potranno poi seguire i maghi del restauro, mentre ricostruiscono con legno della stessa specie minute porzioni di intarsio mancanti da reinserire e fissare. Sarà un vero e proprio laboratorio di restauro visibile per gli appassionati che potranno ammirare come le abili mani dei restauratori curano le micro fenditure di tessere e decorazioni danneggiate, reintegrate con stucco tinto con terre naturali, a base di cere, usando il più possibile prodotti naturali, per recuperare il colore e l’effetto visivo originale. La procedura finale sarà la verniciatura, un processo non semplice, comprensivo di varie fasi: una prima velatura delle tessere di intarsio che sono state reintegrate e poi quella che servirà a riportare il tono originale delle stuccature a base di cere e materiale inerte. Finalmente si arriverà alla verniciatura vera e propria: due mani di olio minerale, derivante dalla fusione della mica, per terminare con la stesura di miscela di cera d’api e carnauba, cera che si ricava dalle foglie di una palma.