Desio (Monza Brianza), 8 febbraio 2019 - Resistono, con tenacia e passione. Ma lanciano un appello. Anzi due. Il primo è semplice e locale: «Abbiamo bisogno di nuove leve. Ragazzi, avvicinatevi e scoprite quanto fascino c’è nel suonare le campane...». Il secondo ha invece una portata mondiale: «Tuteliamo le campane e il loro suono: abbiamo raccolto 250 firme per farle diventare Patrimonio dell’Unesco, e altre migliaia sono stete raccolte dagli altri Gruppi, contro tutte le denunce assurde che in varie parti di Italia stanno arrivando, perché darebbero fastidio...».
Il Gruppo Campanari è, a Desio, una vera e propria istituzione. Una realtà che serve per tenere in vita la storia delle “mitiche” campane della basilica, conosciute in tutti i continenti per la qualità del loro suono e perché i cd registrati in passato sono stati portati da preti missionari in vari angoli del pianeta. «Adesso siamo una quindicina, quasi venti – dice Riccardo Barzaghi, elettricista di 44 anni, responsabile del Gruppo -. C’è il presidente Ambrogio Villa, che ha preso l’eredità dell’allora sindaco Giampiero Mariani, poi i maestri campanari Davide Brenna, Silvio Caimi e Marvin Corno.
"Il più giovane è mio figlio Giacomo, che ha 16 anni. C’è poi Davide Parravicini, 17, che è nipote di Mariani. Il resto siamo tutti sopra i 40/45 anni: cerchiamo di coinvolgere i ragazzi, ma è dura e rischiamo nel tempo di perdere questa tradizione, sarebbe un vero peccato». Di recente, il tentativo di ampliare la squadra, con due corsi ad hoc: «Il primo è andato bene, con dieci partecipanti e tre che hanno deciso di rimanere nel gruppo. Il secondo invece non ha dato nessun risultato. Andiamo sul campanile, portiamo a vedere il funzionamento meccanico, li facciamo suonare prima con noi e poi provare da soli, ma non è semplice coinvolgerli. Anche perchè bisogna essere già grandicelli e avere forza: le campane sono pesanti». Sono otto, a 42 metri di altezza.
Realizzate nel 1843 e poi elettrificate negli anni ‘80. La più celebre è il cosiddetto campanone, che dopo essersi crepato è stato rifuso. Quello vecchio è custodito nel cortile della Casa Natale del Papa, in via Pio XI: "C’era un progetto per sistemarlo accanto alla basilica, dove c’era la fontana poi dismessa, ma è rimasto fermo», spiega Barzaghi. Annualmente, il Gruppo cerca di far conoscere a più persone possibile la storia delle campane di Desio: in passarto fu realizzato anche un libro.
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