DARIO CRIPPA
Cronaca

Campo di battaglia. Aggressioni in corsia: "Donne più a rischio"

Escalation di episodi di violenza in strutture sanitarie, Cup e pronto soccorso "Le telecamere non bastano, servirebbero più posti di polizia e meno tagli".

Escalation di episodi di violenza in strutture sanitarie, Cup e pronto soccorso "Le telecamere non bastano, servirebbero più posti di polizia e meno tagli".

Escalation di episodi di violenza in strutture sanitarie, Cup e pronto soccorso "Le telecamere non bastano, servirebbero più posti di polizia e meno tagli".

Le corsie degli ospedali, i pronto soccorso, le stanzette dei medici come campo di battaglia. Non passa settimana che non si racconti di qualche aggressione al personale sanitario. Negli ultimi anni Asst Brianza ha registrato 84 aggressioni nel 2022, 115 nel 2023, 125 lo scorso anno. Una crescita esponenziale. Anche all’ospedale San Gerardo si passa dalle 116 aggressioni del 2022 alle 161 addirittura del 2023, con un lieve calo, ma molto lieve, nel 2024 con i suoi 159 casi.

Susanna Cellari, funzionaria della Funzione pubblica a Monza e Brianza per la Cgil, racconta: "Le aggressioni nei confronti del personale che opera presso le aziende sanitarie della nostra provincia rappresentano un grave fenomeno in costante espansione che mette a rischio gli operatori e il servizio sanitario pubblico. Aggressioni che, come gli atti di violenza di ogni genere, condanniamo con fermezza e devono essere evitate e prevenute. Da troppo tempo si parla del problema ma ciò che è stato fatto finora da un punto di vista legislativo e strutturale è inefficace".

Cosa si potrebbe fare? "Per evitare il conflitto tra utenti e operatori è necessario ridurre il livello di esasperazione dell’utenza tramite campagne informative adeguate e investire sul personale della sanità con risorse adeguate e strumenti utili a potenziare la capacità di risposta del Servizio Sanitario Regionale".

Con che tipo di aggressioni si ha a che fare? "Quando si parla di aggressioni queste contemplano sia quelle fisiche che quelle verbali, con maggior incidenza in settori come quelli del pronto soccorso, aree psichiatriche e delle dipendenze e CUP, ma anche nei reparti di degenza, nei servizi ispettivi e amministrativi il fenomeno è in aumento".

Chi sono i lavoratori più esposti? "Principali bersagli delle aggressioni sono infermieri, Oss e medici, ma anche il personale tecnico e amministrativo non è escluso da questo grave fenomeno e un dato allarmante è che il maggior numero delle aggressioni è a danno delle donne. Gli aggressori sono principalmente gli stessi pazienti e i loro famigliari e caregiver".

Come rispondere? "Le aziende, per cercare di arginare il fenomeno hanno messo a disposizione degli operatori dispositivi il cui azionamento attiva l’intervento delle forze dell’ordine e ha installato telecamere di videosorveglianza, ma questo non è sufficiente, soprattutto perché tali dispositivi non sempre sono forniti a tutte le strutture e anche perché si necessiterebbe di posti di polizia attivi H24 ubicati nei presidi dotati di pronto soccorso che possano intervenire attivamente nel bloccare gli atti di violenza in tempo reale".