
Il cantiere del complesso residenziale Verde Manara di via Villaggio dei Pini del costruttore Alberto Riva è stato posto sotto sequestro e i 24 promissari acquirenti degli appartamenti si sono costituiti parte civile
USMATE VELATE – Bisognerà attendere tre mesi per l’epilogo giudiziario sulla presunta corruzione urbanistica a Usmate Velate. Ieri la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Silvia Pansini, dopo avere ascoltato le arringhe degli avvocati che difendono le società coinvolte nella vicenda e le repliche del pm della Procura di Monza Carlo Cinque, ha rinviato al 20 giugno per la sentenza sui 10 imputati a vario titolo per corruzione e reati tributari.
Insieme a loro attendono anche i 24 promissari acquirenti degli appartamenti del complesso residenziale Verde Manara di via Villaggio dei Pini a Usmate Velate realizzati dal costruttore Alberto Riva, il cui cantiere è stato posto sotto sequestro perché ritenuto una lottizzazione abusiva e ora rischia la confisca. Costoro si sono costituiti parti civili insieme anche al Comune, che però non è responsabile civile nei loro confronti.
“Sembra che i colpevoli siamo noi – commentano alcuni rappresentanti delle 24 famiglie – Ci ritroviamo senza case, quella vecchia che abbiamo venduto e quella nuova dove dovevamo trasferirci. Siamo rimasti senza soldi, ma molti hanno dovuto nel frattempo trovarsi un’altra abitazione. E dalle istituzioni, che abbiamo incontrato più volte, neanche una pacca sulla spalla”. Alcuni di loro hanno partecipato l’altra settimana alla manifestazione organizzata a Milano dal comitato “Famiglie Sospese“ che raduna tutte quelle persone che hanno acquistato casa nei progetti bloccati dopo le inchieste della Procura.
La loro inquietudine per il futuro è palpabile. “Io vengo da Milano, ho seguito il cantiere per 3 anni, ho sradicato i miei genitori dalla loro casa per avvicinarli alla nostra famiglia e ora hanno dovuto andare a vivere a Vimercate e io ho trovato un appartamentino vicino a loro. Una situazione surreale”, racconta uno dei promissari acquirenti.
“Io ho buttato via 100mila euro perché non vedo una soluzione nel mio futuro”, rincalza un’altra. Neanche i ricorsi fino in Cassazione hanno restituito loro gli appartamenti. Al centro dell’inchiesta penale l’ex responsabile del settore territorio ed ambiente del Comune di Usmate Velate Antonio Colombo, per cui nel processo con il rito abbreviato il pm ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione e rispettivamente 4 anni e mezzo, 2 anni e 9 mesi e 1 anno e mezzo di reclusione per gli imprenditori Galdino Magni, Antonella Cantù e Donato Magni. Con loro sono imputati, ma non hanno chiesto riti alternativi, il costruttore Alberto Riva e Luigi Roncalli, il “geometra di Silvio Berlusconi“ Francesco Calogero Magnano, il consulente Roberto Crestale e pure Annabella e Giovanni Beretta, rispettivamente compagna e cognato di Colombo. Questi ultimi hanno chiesto di patteggiare le pene dopo avere risarcito i danni. Secondo l’accusa, Colombo avrebbe trasformato la destinazione urbanistica, da agricola a produttiva ed edificabile, di alcune aree, con un evidente aumento del loro valore economico. In cambio di tangenti attraverso il pagamento di false fatture ad una società intestata ai suoi familiari.