STEFANIA TOTARO
Cronaca

Carate, condannata l'ex impiegata delle Poste che giocò al lotto i soldi dei clienti

Avrebbe giocato al lotto oltre un milione di euro dei risparmi di 45 conoscenti. Condannata anche sua sorella

La guardia di finanza

Carate (Monza e Brianza), 19 giugno 2019 - Condannata l’ex impiegata delle Poste, che si sarebbe giocata al lotto oltre 1 milione di euro dei risparmi di 45 conoscenti, e sua sorella, che l’avrebbe aiutata a procacciare clienti. Ieri la gup Emanuela Corbetta, al processo con il rito abbreviato, ha inflitto 4 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione a Tiziana Pirola, 60 anni, residente a Besana , ex dipendente dell’ufficio postale di Carate (poi trasferita a Monza, prima di venire licenziata nel 2017) imputata di truffa (aggravata dall’avere, tra l’altro, scelto come vittime parenti, amici e anziani), mentre 1 anno e 6 mesi sono stati inflitti alla sorella Giannina, 56 anni, imputata di favoreggiamento.

Al processo 26 delle 45 parti offese si sono costituite parti civili per ottenere un risarcimento, pari almeno alle somme investite e mai più riviste e hanno ottenuto l’ok dal giudice con il riconoscimento di somme che vanno da 1.000 euro ad addirittura 123mila. I legali delle vittime non hanno potuto chiamare in causa Poste Italiane come responsabile civile per via della scelta del rito abbreviato fatta dalle imputate.

«Tiziana Pirola ha utilizzato gli spazi e le attrezzature di Poste Italiane per raggirare i clienti, l’aggravante della truffa è stata riconosciuta dalla giudice, quindi Poste Italiane ne deve rispondere», sostiene l’avvocato Debora Piazza, che rappresenta 24 parti civili e che è pronta a trascinare le Poste in una causa civile collettiva.

Tiziana Pirola era stata arrestata e la sorella posta ai domiciliari dalla GdF di Monza. Le indagini sono partite nel 2016 dalla denuncia di due anziani coniugi che riferivano di essere stati vittime di una truffa architettata dalla loro vicina di casa, che nel 2014 aveva proposto alla coppia di sottoscrivere un investimento finanziario a suo dire vantaggioso in quanto riservato ai dipendenti di Poste. Inizialmente i clienti ricevevano, come anticipi sugli alti interessi promessi, somme che provenivano invece dai soldi sottratti ad altri truffati. Finchè il meccanismo si era inceppato e nel frattempo i soldi erano stati giocati al lotto. Dal canto suo, l’ex impiegata sostiene di essere a sua volta vittima degli investimenti proposti. La sua difesa aveva sostenuto che fosse incapace di stare in giudizio e di intendere e di volere al momento dei fatti, chiedendo invano una perizia psichiatrica.