BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Carate, pronto soccorso nel caos. Pochi medici: “Ritmi assurdi”

Brianza, l’allarme lanciato dai dottori: basta con i tagli. Asst dirotta i pazienti verso altri ospedali

L'esterno dell'ospedale di Carate

L'esterno dell'ospedale di Carate

Carate (Monza e Brianza) – Caos al pronto soccorso di Carate, i dottori in servizio parlano “di ritmi oltre il limite del tollerabile” e invitano la direzione di Asst Brianza “a non dimezzare la presenza diurna del medico di guardia (che secondo questa ipotesi passerebbero da 2 a 1) a fronte di 100 accessi giornalieri. Unica realtà lombarda che avrebbe un rapporto del genere in assenza – aggiungono - spesso per tutta la settimana di molti specialisti. Senza una Terapia Intensiva e di frequente con la presenza di più dei 4 pazienti dichiarati in osservazione breve. Spesso sono 6, 8, 10 ben oltre le 8 ore”. E avvisano di non essere disposti a coprire turni decurtati né a voler rispondere di “malpractice gestionali del reparto”, che metterebbero a rischio i malati.

La direzione, al contrario, parla “di una riorganizzazione per un normale avvicendamento in scadenza di contratto. Parliamo di professionisti esterni”. Ma i pazienti sono in pericolo? “Assolutamente no – assicura Asst -. Anzi, la circolare diretta ad Areu che invita il servizio a trasferire in altri presidi chi arriva in urgenza ha l’obiettivo di proteggere le persone. È a loro tutela”. E “a conferma dello scopo”, l’Azienda spiega “di aver lanciato una manifestazione di interesse per trovare altri dottori da inserire”.

Nel frattempo, “per i turni, come da regole, stiamo collaborando con il San Gerardo, l’hub deputato”. I numeri rendono l’idea della situazione. A Carate ogni anno ci sono 30mila accessi al pronto soccorso e “in servizio - sottolinea la direzione - ci sono una decina di operatori”. I dottori delineano un quadro molto difficile. “Non è più tollerabile che in reparti strategici già oggi interessati da cronica carenza di medici, si cerchino di aggravare le condizioni di lavoro con ulteriori tagli e con il peggioramento del clima interno, oltre a palesi aumenti di rischio per i pazienti e per noi”. Qualche giorno fa le tensioni sono sfociate “in uno scambio acceso fra un responsabile del servizio e un medico”, conferma Asst.