DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza, un’altra aggressione in carcere: “Succede tutti i giorni. Ma sembra non interessare a nessuno”

Un agente della polizia penitenziaria alle prese con le violenze di detenuti fuori controllo. Benemia (UilPa): pesano il sovraffollamento (nella casa circondariale brianzola ci sono circa 740 detenuti a fronte di 403 posti) e la carenza atavica di personale. Situazione ormai intollerabile

Monza, un’altra aggressione in carcere: “Succede tutti i giorni. Ma sembra non interessare a nessuno”

Monza, 31 marzo 2025 – Un’altra aggressione in carcere. Un altro agente della polizia penitenziaria alle prese con le violenze di detenuti fuori controllo. Lo spiega la UilPa, che denuncia: “Ancora una volta in questi giorni si è registrata l’ennesima aggressione nei confronti di alcuni agenti di polizia penitenziaria durante il servizio presso la casa circondariale di Monza. Purtroppo in queste ultime settimane stiamo registrando diverse aggressioni ai danni del personale, lo scenario che si vive giornalmente è costituito principalmente da frasi ingiuriose ed offensive verso il personale, minacce, e comportamenti provocatori, diretti agli operatori di polizia ma anche quello civile che a vario titolo operano all’interno dell’Istituto monzese”.

Il presidente regionale della Lombardia UilPa Polizia Penitenziaria Domenico Benemia, commenta la vicenda, facendo delle considerazioni in particolar modo sulle particolari e difficili condizioni di lavoro che sono costretti ad effettuare gli appartenenti della polizia penitenziaria. “Succede tutti i giorni, ma sembra non interessare a nessuno. Anche venerdì mattina in occasione della festa del Corpo incentro, nessuno ha speso una parola su questa situazione ormai intollerabile”.

Le cause sono abbastanza note, commenta ancora Benemia, “il sovraffollamento delle carceri italiane (a Monza ci sono circa 740 detenuti a fronte di 403 posti, ndr), la carenza atavica di personale: il dato nazionale si aggira intorno alle 18.000 unità mancanti (una quarantina a Monza, ndr), nel mentre le attività interne si moltiplicano, gravando ancora una volta sempre sugli stessi Poliziotti”. Altro nodo i turni di servizio, “da tempo immemore che la polizia penitenziaria è costretta ad effettuare turni ben oltre le sei ore, voglio ricordare ancora una volta che la polizia penitenziaria ha firmato un contratto di lavoro che prevede solo 36 ore settimanali. Tutto ciò ovviamente porta ad una condizione di lavoro stressogena che, si ripercuote inevitabilmente sulla vita lavorativa e familiare dei poliziotti penitenziari”. Infine l’appello: “Solleciteremo gli organi politici interessati, per far sì che si assumano l’onere e la responsabilità di emanare provvedimenti a carattere d’urgenza e soprattutto non più rinviabili, proprio perché la situazione è preoccupante e sta assumendo connotazioni a dir poco allarmanti, per correre ai ripari prima che sia troppo tardi”.