STEFANIA TOTARO
Cronaca

Carnate, quel boato in mezzo ai palazzi: ancora misteri sul treno fantasma

Il 19 agosto di due anni fa un convoglio fuori controllo si schiantò, un vagone sfiorò una casa. Ora la Procura chiude le indagini in attesa di simulare lungo la ferrovia la dinamica dell’incidente

Carnate, il treno fantasma

Carnate, il treno fantasma

Carnate (Monza) -  Mancano pochi minuti a mezzogiorno di mercoledì 19 agosto 2020 quando il treno 10776 di Trenord sulla linea ferroviaria Milano-Lecco entra nella stazione di Carnate. Dall’altoparlante una voce femminile avverte "spostarsi dai binari, treno in transito". Poi lo schianto contro la barriera del binario morto. Un boato e un nuvolone di polvere che si alza. I primi tre vagoni volano via, salgono sulla massicciata. I primi due atterrano di traverso sui binari, dopo avere devastato degli orti. Il terzo rimane in bilico a poca distanza da un palazzo, che ospita anche uno studio medico. Alle 12.30 i carabinieri ordinano l’evacuazione della stazione: sui binari in attesa di un treno per Lecco che non sarebbe mai arrivato, ci sono un centinaio di persone. Vengono fatte uscire.

Lo scalo transennato. Così come il passaggio pedonale. Il treno ha fatto cadere sui binari una colonna dei grandi archi di ferro che reggono i fili elettrici. Con il rischio che si possano spezzare. Sul treno fortunatamente un solo passeggero, che sedeva nella parte finale, è riuscito a scendere rompendo un vetro ed è rimasto lievemente contuso. Anche il macchinista e il capotreno sono stati soccorsi per delle lievi contusioni, dovute alla rincorsa del treno per il tratto iniziale quando il treno è ripartito da solo dalla stazione di Paderno-Robbiate. Ma un brivido ha percorso la schiena dei soccorritori: fosse stato un treno pieno di gente sarebbe stata una strage. Attorno gli abitanti del quartiere attraversato dai binari e tanti curiosi venuti a fare selfie.

Nei giorni seguenti i convogli vengono smontati pezzo per pezzo e portati in un deposito a disposizione della Procura di Monza, che ora ha notificato la conclusione delle indagini per disastro colposo e lesioni personali colpose nei confronti di capotreno, macchinista e due addetti alla manutenzione e per depistaggio a carico di due dirigenti di Trenord che avrebbero fatto sparire gli ingranaggi frenanti sospetti oggetto di indagine. Inizialmente, invece, la rosa degli indagati era composta da 15 persone, coinvolgendo tutta la catena di manutenzione, fino all’amministratore delegato di Trenord.

Il pm Michele Trianni e il procuratore Claudio Gittardi subito dispongono una perizia tecnica che viene fatta slittare più volte dai consulenti. La consulenza deve dare una risposta a tante domande, dopo che una prima analisi parziale ha ipotizzato un’anomalia nell’impianto frenante e prevede un esperimento giudiziale tornando alla stazione di Paderno per ricostruire la stessa scena della locomotrice che si riavvia da sola e verificare se si replicano le conseguenze. Ora si scopre che a rendere difficile il lavoro dei periti ci si sarebbe messo anche il depistaggio da parte di alcuni dirigenti della società pubblica di trasporti.