"Costi da capogiro, un parco distrutto e nessuna risposta ai bisogni del territorio". Bocciatura senza possibilità di appello della Tratta “D breve“ di Pedemontana. Ieri, 10 sindaci del Vimercatese si sono dati appuntamento a Burago per entrare nel merito della diffida consegnata una settimana fa a Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e la sostenibilità), Regione, ministeri coinvolti: di fatto un altolà a bloccare l’opera.
"Con 68 milioni al chilometro sarà l’autostrada più costosa d’Italia, una linea dritta tirata all’interno di un polmone di 40 chilometri quadrati, il Parco Pane, nella provincia più cementificata d’Italia e con pedaggi quadrupli rispetto all’A4 e un piano per aumentarli di anno in anno".
Tanti i profili di inopportunità e di illegittimità individuati dai comuni della Brianza Est che con questo primo passo legale fanno sapere agli interlocutori che non si fermeranno. Se tutto cadrà nel vuoto, il prossimo passo sarà una citazione in giudizio. "Il nostro compito è fare di tutto per preservare il territorio per il bene della comunità", ha detto Luca Valaguzza, primo cittadino di Burago. Poi, Simone Sironi, alla guida di Agrate e volto storico della battaglia contro l’infrastruttura, ha spiegato ancora una volta che la "variante non è variante, ma una nuova opera e che come tale l’intero iter andrebbe rifatto daccapo". Anche perché in gioco ci sono i finanziamenti Ue in arrivo da Bei, la banca europea, concessi a condizione che "il tracciato non cambiasse". E qui si gioca la partita: per i sindaci questo "non è una leggero cambiamento, ma un percorso completamente diverso da quello che dal passo del Gaggiolo doveva arrivare a Dalmine per dare alla Lombardia quella direttrice Est-Ovest di cui 30 anni fa sentiva l’esigenza".
"Non possiamo sottrarci da questa battaglia – ancora Valaguzza – la facciamo per amore dei nostri figli. Non possiamo permetterci che un giorno aprano le finestre e, dove c’era un parco, trovino otto corsie di autostrada". Il consigliere provinciale Francesco Facciuto ha spiegato che la "diffida è un atto importante, si inserisce in un procedimento fragilissimo, in cui è la stessa Pedemontana a dire che l’iter autorizzativo è a forte rischio". "Rappresentiamo 100mila cittadini, che raddoppiano se consideriamo i comuni confinanti – ha aggiunto Gabriele Balconi, vicesindaco di Ornago –. Abbiamo un gioiello da preservare, il parco con aree come il Bosco della bruciata, che non è antropizzato da 10mila anni. Il Ministero e la Regione possono decidere cosa fare. E noi dobbiamo fare presente come la pensano i contribuenti".
"Non siamo i sindaci del no come qualcuno ci dipinge – ha sottolineato Mauro Colombo, alla testa di Bellusco – siamo pronti a dire sì quando serve alle nostre comunità. Ma qui siamo di fronte all’inutile chiusura ad anello delle autostrade regionali, che non risolverà un solo problema del territorio, ci priverà del patrimonio verde, dividendoci a metà". Presente anche Mauro Pollastri, sindaco di centrodestra di Caponago: "Siamo uniti e compatti". L’alternativa c’è: "Il potenziamento della Tangenziale Est, l’arteria parallela alla D breve, ma gratuita". Una mattina che è ancora una volta un grido di aiuto che questo spicchio di Lombardia lancia a Milano e a Roma, ma per ora "nessuno ha risposto".