Monza – Vivono con la muffa in tutte le pareti di casa e con l’acqua che gocciola sul letto matrimoniale e nel bagno. La situazione per una famiglia delle case popolari di via Fabio Filzi 6 è davvero critica, e sta toccando l’esasperazione.
“Qui è da anni che è umido – spiega Caterina Cammerere, che vive nell’appartamento con la famiglia – e ci dicevano che fosse dovuto alla condensa. Adesso, da qualche tempo, la situazione si è aggravata, tutte le pareti sono piene di muffa e quando piove filtra l’acqua nella camera da letto mia e di mio marito, e anche in bagno”. “Data la situazione – prosegue – nelle giornate piovose sono costretta a ricoprire il letto di cellophane. A causa dell’intensa umidità abbiamo dovuto anche buttare parecchi vestiti che si sono ammuffiti”.
In tutta probabilità il problema è dovuto alla consunzione della copertura dello stabile, per cui sarebbe necessario un rifacimento del tetto o un controsoffitto. Il complesso di edilizia residenziale pubblica comprende 64 appartamenti, di cui 20 in gestione ad Aler (tra cui questo), la maggior parte al Comune di Monza e alcuni acquistati dai residenti e divenuti privati. “I tecnici di Aler sono venuti a fare un sopralluogo a luglio – spiega ancora l’inquilina – dicendo che sarebbero intervenuti a settembre. Poi ci hanno fatto sapere che la copertura di 600mila euro non c’era più e il tutto è slittato. Ora parrebbe che un intervento potrebbe esserci tra marzo e aprile, ma l’inverno è lungo e noi ne stiamo soffrendo parecchio”. Lei intanto si è ammalata. “Mi è venuta un’infezione alle vie respiratorie – dice con sconforto –. Ho avuto un tumore e sono stata operata”.
La signora ha 65 anni, il marito Giovanni Giuseppe Papalia 68 e la figlia Sonia 43. Vivono attualmente una situazione di grave indigenza non percependo redditi, se non per un assegno della figlia che ha dei problemi di salute che si porta dietro da tempo. Il signor Papalia - che pure è stato sottoposto a tanti interventi su 18 vertebre della schiena - dovrebbe ricevere la pensione tra gennaio e febbraio, da ex operaio nel settore alimentare, e in questo periodo è stato soprattutto l’altro loro figlio a dare una mano (nei limiti del possibile, in quanto a sua volta ha una famiglia con figlio da mantenere).
Lo stato di indigenza fa sì che non possano pagare l’affitto, e ha causato l’accumulo di 3mila euro di debiti con Aler che gli sono costati il taglio del gas. Da qualche tempo si sono rivolti ai servizi sociali del Comune e stanno ricevendo qualche aiuto dalla società San Vincenzo de’ Paoli.