GIANNI GRESIO
Cronaca

Cattaneo, trent’anni di Gp: "Quando Piquet salì sul tavolo per farsi sentire dai giornalisti"

Entrato nel 1973 all’ufficio stampa dell’Aci Milano, ha gestito a lungo la comunicazione della gara "Una volta si usavano fax e telex e ci conoscevamo tutti. Ora ci sono gli influencer e i tiktoker".

Cattaneo, trent’anni di Gp: "Quando Piquet salì sul tavolo per farsi sentire dai giornalisti"

Entrato nel 1973 all’ufficio stampa dell’Aci Milano, ha gestito a lungo la comunicazione della gara "Una volta si usavano fax e telex e ci conoscevamo tutti. Ora ci sono gli influencer e i tiktoker".

Allora c’era più passione e meno tecnologia. Ma non per questo i Gran premi di una volta suscitavano un minor interesse tra i patiti della Formula 1. Anzi. Gianni Cattaneo (nella foto), classe 1950, giornalista professionista, ha avuto la possibilità di vivere in presa diretta la profonda trasformazione vissuta, dentro e fuori la pista, in un arco di 40 anni dalla massima espressione dell’automobilismo sportivo.

Il giornalista lodigiano ha iniziato a lavorare nel 1973 per l’ufficio stampa dell’Aci Milano e ha seguito una trentina di Gp, prima come componente dell’ufficio stampa e poi come responsabile dello stesso. Nel 2012 è andato in pensione. "Da quel periodo – commenta Cattaneo – la tecnologia ha rivoluzionato la maniera di comunicare. Una volta si usavano fax e telex. Ora ci sono gli influencer e i tiktoker". Pure la struttura dell’autodromo ha ovviamente conosciuto profondi cambiamenti. L’attuale sala stampa è stata inaugurata nel 1990. "La vecchia sala stampa – precisa Cattaneo – si trovava nel villaggio, presso la direzione autodromo. Mi ricordo che una volta Nelson Piquet, per farsi meglio sentire da giornalisti, salì in piedi sopra un tavolo".

Comportamenti sorprendenti nell’opinione degli attuali operatori dell’informazione, abituati a destreggiarsi tra interviste online e dichiarazioni rilasciate da rigorosi uffici stampa. "Nei giorni del Gran Premio – specifica Cattaneo – per noi dell’ufficio non c’erano orari. Ma l’appuntamento era comunque molto sentito. Erano giornate particolari rispetto a quelle vissute durante le gare “normali“. Ma in questo caso sapevi di assistere alla manifestazione più importante nell’ambito del motorsport. Mediamente accreditavamo oltre 300 giornalisti e 100 fotografi. Poi c’erano i giornalisti e gli operatori delle televisioni".

Cattaneo è comunque restato nell’ambiente dei motori: ora è addetto stampa della scuderia lodigiana Castellotti, impegnata nelle gare di regolarità per auto storiche. "Alla fine – conclude – i giornalisti italiani che frequentavano l’autodromo li conoscevo praticamente tutti. Un pilota che ho sempre seguito con simpatia è stato il monzese Fabrizio Barbazza. Debuttò sulla pista di casa con i “formulini“ e riuscì ad arrivare in Formula 1 con la Minardi".