di Alessandro Crisafulli
Scatta la fase due – con ulteriori tempi e costi – per l’attività di caratterizzazione dei terreni tristemente noti come la “cava delle ‘ndrangheta”, in via Molinara di Desio. Lo spiega lo stesso Comune in una determina, con la quale stanzia altri 158mila euro, oltre ai 58 già stanziati alcuni mesi fa. Un documento dove si evidenzia come "a causa della complessità del sito, in cui il volume dei rifiuti depositati abusivamente ostacola l’accessibilità al fondo scavo e risulta compromessa l’esecuzione completa delle analisi della matrice ambientale naturale di suolo e sottosuolo, si è proceduto ad una prima fase relativa alla posa di quattro piezometri, al fine di verificare l’eventuale contaminazione delle acque sotterranee nei diversi punti individuati sulle aree nelle quali è stata attivata la discarica, nonché di integrare le informazioni qualitative sulla falda con quelle sui terreni acquisite negli anni scorsi e da acquisire contestualmente alla perforazione dei piezometri con ulteriori sondaggi". Una procedura stabilita dal Piano di Caratterizzazione predisposto dal geologo Gianni Del Pero e approvato in Conferenza di Servizi nel maggio 2018. Per la posa dei piezometri è stato affidato l’incarico a una società di Paderno Dugnano, con la prima spesa di 58mila euro. "Rilevato che è necessario procedere al completamento delle indagini previste dal Piano di Caratterizzazione già approvato - prosegue il Comune - è necessario procedere ad aggiornare il quadro economico". Con l’ulteriore, importante, spesa. Necessaria per terminare l’analisi, così a lungo attesa, di ciò che è stato interrato e si quanto possa inquinare l’ambiente. Un ulteriore punto di partenza per poi valutare le più adeguate azioni di bonifica dell’area devastata da 180mila tonnellate di rifiuti.
Una ferita nel cuore della città e dell’intera Brianza, che ha scoperchiato il business delle ‘ndrine legato al movimento terra e allo smaltimento illecito dei rifiuti, che da ormai 13 anni attende di essere rimarginata. Invano.