ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Monza è la provincia più cementificata d’Italia: la verde Brianza del passato è ricoperta d’asfalto

Il territorio mantiene il primato del cemento (40,78%) davanti alle province di Napoli e Milano. Lissone la peggiore in Lombardia (71,45%), Monza sesta città urbanizzata d’Italia (49,45%)

Monza rallenta ma non frena la corsa al cemento: nel 2023 ha registrato un incremento di 1,15 ettari di suolo consumato

Monza rallenta ma non frena la corsa al cemento: nel 2023 ha registrato un incremento di 1,15 ettari di suolo consumato

MONZA – Ci risiamo. La Brianza continua ad andare molto male in termini di consumo di suolo. Con il suo 40,78% di terreno impermeabilizzato è la peggiore provincia d’Italia sotto questo parametro (seguita dalle province di Napoli e Milano, rispettivamente col 34,88% e 31,88%), e la stragrande maggioranza dei suoi comuni (46 su 55) continua a cementificare.

A certificarlo è il Rapporto nazionale sul consumo di suolo in Italia, presentato l’altro ieri a Roma dall’Ispra (Sistema Nazionale Protezione Ambiente), alla vigilia della Giornata mondiale del suolo, che cade proprio quest’oggi. Il Rapporto di quest’anno si riferisce al 2023, e presenta dati preoccupanti. La maglia nera per nuovo consumo di suolo va a Giussano, che nel 2023 ha consumato 4,92 nuovi ettari di terreno con cemento e asfalto. Poco dietro Carate Brianza con i suoi 4,34 ettari, che fanno meditare sul fatto che anche i paesi più verdi della provincia stiano mano a mano rischiando di perdere il loro patrimonio naturalistico.

Vanno molto male anche Veduggio con Colzano (+1.96 ha), Varedo (+1.92 ha), Besana in Brianza (+1.87 ha), Caponago (+1.8 ha), Usmate Velate (+1.79 ha), Cogliate (+1.73 ha) e Brugherio (+1.69 ha). Anche Monza continua a registrare un aumento di consumo di suolo, seppure meno preoccupante in rapporto all’estensione territoriale rispetto ai comuni brianzoli più piccoli. Per il 2023 ha registrato un incremento di 1,15 ettari di consumo. In totale dunque in Brianza l’anno scorso si sono consumati 16.547 ettari di suolo, con una densità di consumo di 10.57 metri quadrati per abitante.

Non tutto però è andato male. Esistono anche 9 Comuni virtuosi. Aicurzio, Camparada, Carnate, Macherio, Triuggio, Vedano al Lambro e Verano Brianza non hanno registrato alcun aumento di suolo impermeabilizzato nel 2023, rimanendo a quota 0, mentre i due comuni in testa della classifica dei più meritevoli sono Seveso e Barlassina, che sono riusciti a registrare un saldo in negativo: il primo del –0,43%, il secondo del –0,01%.

Ancora poco rispetto all’intero territorio provinciale, ma quantomeno il segnale che, se si vuole, il consumo di suolo negativo è un obiettivo raggiungibile, anche nella densificata Brianza. Estendendo lo sguardo alla percentuale di suolo consumato rispetto al territorio, la peggiore continua ad essere Lissone con il suo 71,43%, che pare non essere destinato a scendere visto che si sta continuando a impermeabilizzare (nel 2023 altri 0.5 ettari consumati nella cittadina). Seguono Muggiò (61,97 %), Varedo (58,68 %) e Nova Milanese (58,54 %), a segnalare che l’area occidentale della provincia è quella messa peggio.

Nell’area nord le maglie nere vanno a Verano (57,23 %) e ancora una volta a Giussano (54,16%), mentre ad est sono particolarmente negativi i dati di Villasanta (56,89 %) e Brugherio (54,81 %). Monza registra un dato del 49,45%, non tra i più negativi della provincia (anche perché beneficia molto della presenza del Parco in questa stima), ma comunque notevole: è la sesta città d’Italia con più di 100mila abitanti per consumo di suolo. Le migliori da questo punto di vista sono invece Cornate d’Adda (18,4 %), Sulbiate (21,52 %), Ornago (23,17 %), Mezzago (23,44 %), Triuggio (25 %), Aicurzio (25,13 %), Briosco (26,02 %) e Besana in Brianza (26,09 %), a dirci che le aree est e nord di Monza e Brianza restano quelle che conservano il maggiore patrimonio di verde.

In ogni caso, in termini generali, l’andamento in provincia continua ad essere negativo nel tempo. La percentuale di suolo consumata a Monza e Brianza era del 39,14% nel 2006, poi è passata al 40,11% nel 2012 e al 40,5% nel 2019. Ora siamo al 40,78%, una crescita costante nonostante la gravità della situazione sotto gli occhi di tutti.