Monza, 19 dicembre 2024 – “Pazienti con indicazione all’intervento chirurgico non sufficientemente giustificata” che non sono stati sottoposti “alla terapia antinfiammatoria giusta” e a “necessari approfondimenti diagnostici” che avrebbero evitato “una inutile e dannosa protesi preventiva”.
Conferma le indicazioni il consulente tecnico nominato dalla Procura di Monza nell’inchiesta che ha portato al processo al Tribunale di Monza per le presunte lesioni gravi ai pazienti i chirurghi ortopedici Marco Valadè e Fabio Bestetti.
Analisi tecniche
Il professor Antonino Previtera, ortopedico di lungo corso e docente universitario, ha valutato 900 cartelle cliniche e oltre 6.000 radiografie selezionando i casi ritenuti sospetti. Ieri si è sottoposto al controesame dei difensori degli imputati e del Policlinico di Monza, dove erano in servizio i due medici all’epoca della vicenda, chiamato come responsabile civile.
Tra i casi esaminati, quello di Abdel, artigiano edile, sofferente di ginocchia vare con artrosi. “Non andava operato - ha confermato il consulente tecnico - Molti calciatori hanno le ginocchia vare, come Zambrotta e Pelè e allora, senza operarli non dovevano più giocare?”.
Le altre posizioni
L’inchiesta ha inizialmente aperto il coperchio su reati di corruzione per cui Valadè e Bestetti hanno patteggiato pene tra i 3 anni e 4 mesi e i 2 anni e 8 mesi insieme al responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi Ceraver, Denis Panico e alla stessa società.
Restano ancora alla sbarra (ma per corruzione per atti non contrari ai doveri di ufficio) il chirurgo ortopedico Claudio Manzini, luminare nei traumi al ginocchio, in servizio agli Istituti clinici Zucchi, oltre a tre dirigenti della Ceraver e il responsabile commerciale per la Lombardia Marco Camnasio.
Secondo le indagini della guardia di finanza di Milano Panico e Camnasio, col placet dei tre dirigenti francesi, sarebbero stati i promotori e organizzatori dell’associazione per reclutare medici disposti a scegliere le loro protesi, offrendo in cambio denaro e altre utilità. Poi si è aperto il filone di indagine relativo a presunte lesioni personali gravi. Ma già cinque imputazioni sono andate in prescrizione.
Sono solo 22 i pazienti che si sono costituiti parti civili, ma sono 91 gli interventi chirurgici individuati, alcuni dei quali risalgono ormai già al 2014 e 2015. Dal canto loro gli imputati sostengono di avere agito solo nel bene dei pazienti.