
Una sede Inps (Ansa)
Cesano Maderno (Monza Brianza), 29 giugno 2019 - «Mi dispiace, suo papà è morto». Una frase che non vorremmo mai sentire e che genera sempre un senso di smarrimento. Incredulità ancora maggiore, tuttavia, se mentre udiamo queste parole il nostro genitore è seduto al computer accanto a noi, tutto bello sorridente e nel pieno della forma.
È quanto accaduto in questi giorni a Gaetano Mastroeni, un uomo di 51 anni, telefonando all’Inps. «Giovedì – spiega Mastroeni – mi sono messo al computer per compilare online il 730 di mio papà. Purtroppo dopo pochi istanti mi sono accorto che qualcosa non funzionava: non riuscivo più ad entrare nel suo profilo. Il primo timore è stato quello di aver combinato un guaio poche settimane fa, quando ho cambiato le credenziali di accesso. Di conseguenza mi sono trovato costretto a rivolgermi al call center per risolvere il problema». La risposta è stata decisamente inaspettata: «Signor Mastroeni, mi dispiace moltissimo. Non è un discorso di username o di password. Semplicemente non esiste più quel profilo perché suo padre è morto». Facile intuire l’espressione del brianzolo di fronte a una risposta simile e l’immediata richiesta di spiegazioni. «È accaduto due settimane fa – si è sentito rispondere dall’operatore dell’Inps. E come prevede la prassi, in seguito al certificato di morte abbiamo provveduto a eliminare il nominativo dal database». Dopo aver concluso la telefonata e dopo qualche istante di silenzio, ecco una risata: «Papà – ha raccontato Mastroeni al genitore – mi hanno detto che non esisti più. Sei morto quindici giorni fa».
L’incredulità ha lasciato presto lo spazio alla ricerca delle cause che possono aver determinato questo equivoco. «Abbiamo avanzato qualche ipotesi – racconta il brianzolo – poi l’illuminazione: mio papà si chiama Carmelo, esattamente come mio zio che è deceduto un paio di settimane fa. Mio padre, 79 anni, vive a Cesano Maderno. L’altro, invece, era residente a Sesto San Giovanni. All’Anagrafe era registrato in modo non corretto, visto che il dipendente del Comune, all’epoca, lo aveva iscritto come ‘Mastroieni’ aggiungendogli una lettera di troppo. Di fatto l’Inps, ricercando il cognome più diffuso tra i due, ovvero Mastroeni, ha trovato subito mio papà e l’ha dato per morto. Poi è stata fatta confusione anche con il codice fiscale, tant’è che anche la sua dottoressa ha ricevuto il certificato di morte e, poveretta, tutta addolorata ha telefonato a mia mamma». Nella mattinata di ieri, però, tutto si è risolto per il meglio. Mastroeni si è recato alla sede Inps di Cesano Maderno per mostrare suo papà in carne e ossa al responsabile: «Mi sembra vivo, dev’esserci stato un errore». Difficile smentirlo in effetti. «Non ho trovato un burocrate – afferma Mastroeni – bensì una persona seria e gentile che ha risolto il problema. L’unico inconveniente tecnico è che mio papà non riceverà nel modo consueto la pensione di luglio, comunque gli verrà versato il dovuto con un bonifico. Tutto a posto, insomma, e chissà mai che con questo errore non gli abbiano anche allungato la vita».