
L'ex villaggio operaio
Ci sono la farmacia, l’ufficio postale, la chiesa con l’oratorio, un fornaio e una rivendita di pane, due piccoli negozi di alimentari, lo storico negozio di parrucchiere dei Carlot, che si tramandano l’arte da almeno tre generazioni. Resistono un’edicola che è anche bar e tabaccheria e un paio di altri bar e una pasticceria.
"Per tutto il resto bisogna scendere a Cesano", raccontano i residenti al Villaggio Snia, rimarcando che la frazione sorge su una collinetta che a nord prosegue verso l’Altopiano di Seveso, mentre a sud è completamente occupata dal gigantesco stabilimento che un tempo arrivò ad occupare fino a 7mila persone. Le strade hanno i nomi delle regioni d’Italia e delle principali città, un omaggio ai tanti immigrati che vennero qui da tutta la Penisola a cercare fortuna soprattutto nel periodo tra le due guerre e poi durante il boom economico.
«Gli ex alloggi dei dipendenti sono ormai stati tutti venduti a privati, quasi sempre stranieri, in particolare originari del Pakistan o del Bangladesh, mentre trent’anni fa sono sorti nuovi complessi residenziali, soprattutto per iniziativa di cooperative, dove hanno fatto ritorno ex dipendenti in pensione o figli di dipendenti che si erano allontanati, come me", racconta Claudio Coloretti, che al Villaggio Snia arrivò nel 1959 da Carrara, per lavorare in azienda più di 38 anni, fino al fallimento.
"Questa era un’isola felice, qui funzionava tutto, fino a quando ad occuparsi di tutto era l’azienda. Per qualsiasi problema sulle strade, negli impianti, nelle strutture e negli arredi pubblici, la Snia interveniva e sistemava tutto. Purtroppo quando la Snia se ne è andata, questa è tornata ad essere una frazione del Comune di Cesano Maderno piuttosto dimenticata e i segni si vedono".
Matteo Gavioli di anni ne ha 34: "Mio nonno, che era dipendente Snia, me lo ricordava sempre, al welfare della frazione ha sempre pensato solamente l’azienda. Ai lavoratori che vivevano qui venivano garantiti tutti i servizi e si pensava anche all’aspetto sociale, con i circoli ricreativi, con le associazioni sportive, con gli eventi, sempre promossi dall’azienda. Una volta chiusa la fabbrica, qui è rimasta molto attiva la parrocchia con l’oratorio, che continua ad essere un punto di riferimento importantissimo per i ragazzi del quartiere, così come lo è stato per me, ma da soli non possono bastare. La frazione è staccata dal resto della città, qui la presenza di stranieri è preponderante e l’integrazione non è sempre facile, ci sono molti problemi irrisolti".
Il riferimento è a quell’elenco che, attraverso il gruppo Facebook “Quelli della Snia” fu inviato ai candidati sindaci. In cima spicca la richiesta di sicurezza e ordine pubblico, seguita dalla migliore cura di aree verdi, arredi e decoro dei parchetti, un puntuale monitoraggio dei flussi migratori e maggiori investimenti per la viabilità e la manutenzione delle strade, oltre alla promozione dell’aggregazione giovanile e sociale.